L'Out of office diventa una battaglia legale. Sì, stiamo parlando proprio della risposta automatica "non sono in ufficio", l'atto che precede qualunque vacanza. Un momento amatissimo dai lavoratori di tutto il mondo su cui Ibm prova a mettere le mani. Il colosso tecnologico sostiene di aver inventato questo strumento nel 2010 e ne ha richiesto il brevetto.

In modo un po' incredibile, l’ufficio brevetti degli Stati Uniti ha deciso di ufficializzare la paternità di questo strumento e ha concesso la licenza il 17 gennaio. Dopo un mese di battaglia, l’organizzazione per la tutela dei diritti digitali Electronic Frontier Foundation ha diffuso la notizia scatenando le polemiche contro Ibm che si è trovata costretta a rinunciare ai diritti sul brevetto che prevede l'inserimento di una data di inizio e la scrittura di un messaggio personalizzato che il sistema invierà poi automaticamente. Peccato che un simile sistema esistesse già negli anni 80: lo aveva realizzato Microsoft per il suo servizio di posta elettronica Xenix.

L'errore dell’ufficio brevetti non è solo quello di non aver fatto verifiche per confermare la richiesta di Ibm, ma anche aver ignorato una sentenza della Corte Suprema che ha stabilito che un’idea astratta non può essere brevettata, anche se messa in pratica all’interno di un computer generico. Ibm per ora ha ceduto, ma ci riproverà presto con gli strumenti elettronici che permettono di organizzare riunioni. Alla prossima puntata, per ora "non sono in ufficio".