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Attualità

Restauro Colosseo, il Consiglio di Stato premia Della Valle

Respinto il ricorso del Codacons relativo ai diritti di sfruttamento del monumento accordati a Tod’s. L’associazione già pronta al ricorso in Cassazione

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Via libera al restauro del Colosseo firmato Tod’s. La decisione è del Consiglio di Stato, che ha appena respinto il ricorso del Codacons contro la sponsorizzazione da parte dell’azienda di Diego Della Valle dei lavori di restauro del celebre monumento capitolino. Si tratta di un nuovo capitolo, favorevole all’imprenditore, di una vicenda iniziata più di un anno e mezzo fa e che ha tenuto fermi i lavori di restauro del Colosseo. L’associazione, infatti, contesta sia il prezzo della sponsorizzazione – per i lavori si stima un investimento di Tod’s da 25 milioni di euro – sia i diritti di sfruttamento dell’immagine del monumento, accordati all’azienda per 20 anni. Secondo il Consiglio di Stato il Codacons non aveva titolo per presentare il ricorso né come associazione di protezione ambientale né come associazione di tutela dei consumatori. Si erano costituiti in giudizio contro il ricorso la presidenza del Consiglio dei ministri e Roma Capitale. La battaglia del Codacons, però, continuerà in Cassazione. L’associazione, infatti, ha deciso di impugnare la decisione del Consiglio di stato per rifiuto di giurisdizione. “Nessuno sembra voler giudicare il contratto di sponsorizzazione del Colosseo e i giudici scappano sostenendo l’assenza di legittimazione della nostra associazione a impugnare gli atti, perché il monumento Colosseo non rientra nella materia ambientale – si legge in una nota del Codacons – questa decisione assurda offende il Colosseo prima ancora che il Codacons”. “Mentre i giudici bocciano il ricorso – aggiunge il presidente del Codacons, Carlo Rienzi – per fortuna la Procura di Roma, che già ha aperto un procedimento sulla sponsorizzazione a seguito di un nostro esposto, esamina la richiesta del Codacons di sequestrare la concessione dei lavori al gruppo Tod’s, dopo che i diritti d’uso sul monumento sono magicamente passati dai due anni oltre il termine dei lavori agli attuali 20 anni”.