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Attualità

Reggio Emilia regina dei ciclisti

In Emilia Romagna si pedala meglio, ma in tutt’Italia i comuni si stanno attrezzando con un maggior numero di piste ciclabili anche se le due ruote faticano a decollare. Legambiente “Le piste ciclabili non bastano e spesso sono usate solo come spot e vengono fatte dove c’è posto, dove non servono”

La regina è l’Emilia Romagna con Reggio Emilia che riserva più spazio ai ciclisti di ogni città italiana, ma dal Nord al Sud i Comuni si stanno attrezzando per realizzare una città a misura di velocipede. Nel 2009, infatti, le piste ciclabili hanno raggiunto il record assoluto di 3.227 chilometri (circa 380 km in più del 2009 e ben 730 rispetto al 2007) e anche le biciclette registrate hanno fatto un balzo in avanti (ora sono circa 30 milioni), ma per elevare le due ruote a pedali a mezzo di trasporto alternativo all’auto la strada è ancora molto lunga. A sostenerlo è Legambiente che nell’ultimo anno ha indagato sulla situazione della mobilità su due ruote nei capoluoghi italiani, stilando la classifica dei centri più a misura di ciclista. Come termometro l’associazione ambientalista ha usato l’indice di ‘ciclopedonalità’, un nuovo parametro per misurare quanto hanno lavorato gli amministratori per integrare i vari mezzi di spostamento all’interno del loro territorio.

Reggio Emilia regina dei ciclistiE dai risultati emerge che Reggio Emilia e Lodi sono le città più ciclabili d’Italia (vedi classifica) insieme a Modena, Mantova, Vercelli, Cremona, Forlì, Ravenna, Cuneo, Ferrara e Piacenza. A Padova c’è la più alta densità di vie ciclabili, 140mila spostamenti ciclistici giornalieri, uno share per i pedali del 17% e l’obiettivo dell’amministrazione comunale di arrivare al 25% nei prossimi cinque anni. Reggio Emilia non è la città dove ci sono più chilometri di piste ciclabili e nemmeno quella dove si va più in bicicletta, ma è la città dove ogni 100 abitanti ci sono oltre 30 “metri equivalenti” di percorsi ciclabili, tra piste e zone pedonali o con moderazione di velocità a 30 km/h.

Le piste ciclabili non bastanoMa i risultati raggiunti dalle amministrazioni comunali devono essere un punto di partenza e non d’arrivo. “Dire pista ciclabile non basta – denuncia Legambiente – perché usate solo come spot, spesso vengono fatte dove c’è posto, dove non servono”. Nonostante dal 2000 l’estensione delle piste ciclabili urbane italiane sia triplicata, l’associazione sottolinea che nello stesso periodo la percentuale di spostamenti urbani in bicicletta è rimasta identica: 3,8%. Esistono in ogni caso dei centri d’eccellenza, fra cui Legambiente segnala Bolzano, che ha riorganizzato la mobilità cittadina privilegiando i mezzi di trasporto più lenti e limitando la velocità dell’auto. Risultato? “Il 29,5% va a piedi, il 29 in bici e il 27,2 in auto”. L’automobile, però, continua a farla da padrone nella maggior parte delle città, pur non essendo il mezzo più vantaggioso per ogni tragitto. Gli spostamenti motorizzati nel raggio di 2 chilometri sono infatti il 30,8% del totale, quelli tra 2 e 5 chilometri il 22%, quelli tra 5 e 10 chilometri il 20,6%. In più del 50% dei casi, quindi, una macchina non percorre tragitti superiori ai 5 chilometri. Su queste distanze le biciclette (come anche i piedi e il trasporto pubblico) sono assolutamente concorrenziali.

Indice di ciclabilità delle principali città italiane (*) (scarica la classifica completa)Metri ciclabili per abitante calcolati tenendo conto di: lunghezza e tipologia piste ciclabili, estensione aree pedonali e zone30, interventi di traffic calming

Città

metri/abitante

Città

metri/abitante

1. Reggio Emilia

34,86

87. Reggio Calabria

0,18

2. Lodi

31,14

88. Taranto

0,17

3. Modena

28,39

89. Genova

0,16

4. Mantova

27,81

90. Avellino

0,11

5. Vercelli

24,93

91. Isernia / Nuoro

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