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Quanto guadagnano i politici italiani? Risponde Openpolis

L’osservatorio sulla politica del nostro Paese realizza “Patrimoni trasparenti”, un nuovo sito all’insegna della trasparenza tra Parlamento, governo e soggetti terzi

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A quanto ammonta lo stipendio di un parlamentare? Ma soprattutto, ci sono conflitti di interesse tra il suo patrimonio personale – come azioni di società o immobili – e l’azione politica? A rispondere a queste domande ci ha pensato Openpolis presentato il progetto Patrimoni trasparenti, un sito che – si spiega in una nota dell’osservatorio – nasce dalla necessità di “ricostruire le connessioni di natura economica (contributi elettorali, incarichi, partecipazioni) fra politici e soggetti terzi (individui e/o soggetti giuridici) per rintracciare la presenza di conflitti di interessi di qualsiasi natura. I dati sono accessibili a tutti: sul sito patrimoni.openpolis.it è possibile consultare le schede di ogni politico e scaricare tutte le informazioni in formato open data.

CHI GUADAGNA DI PIÙ. Oltre il 70% dei politici analizzati ha dichiarato per il 2014 un reddito fra gli 80 e 150 mila euro, corrispondente alle indennità di mandato. Gli altri hanno avuto entrate superiori in virtù di altre fonti di reddito. In 10 superano il milione di euro. La ricchezza è distribuita in modo diverso se analizziamo i gruppi parlamentari, i più “ricchi” sono i senatori di Grandi Autonomie e Libertà (Gal) con oltre 400 mila euro di media mentre all’estremo opposto della classifica troviamo i 5 stelle con poco più di 80 mila euro.

PARTECIPAZIONI E INCARICHI. È interessante, si sottolinea da Openpolis, analizzare le relazioni dei politici nazionali con aziende e società di cui hanno quote e azioni oppure in cui hanno un incarico. Nel 2014 il 31% dei politici possiede partecipazioni, e si sale al 40% prendendo in esame il solo governo. E sono 138 i politici che, in aggiunta al ruolo istituzionale, ricoprono almeno un altro incarico, di questi 52 ne svolgono contemporaneamente più di uno.

Patrimoni trasparenti

A OGGI POCHE INFORMAZIONI. I dati oggi disponibili non rendono possibile un indagine approfondita. Le blande norme in materia sono applicate solo in parte e lasciano ampi margini di scelta ai singoli politici su quali informazioni pubblicare e con quanti dettagli. Il 72,3% dei politici ha fornito informazioni parziali (scarse), il 21,4% complete (sufficienti), mentre solo il 6,3% ha pubblicano rendiconti dettagliati (buoni).Uno degli aspetti dove si registra la maggiore opacità riguarda contributi e spese elettorali. La scarsità di dati e la loro eterogeneità rende quasi impossibile fare un’analisi complessiva. Evidenziamo due elementi. Il primo è il diverso ruolo che i partiti possono esercitare: in alcuni casi contribuiscono alle campagne dei candidati ma in altri sono dei costi. Il secondo è il numero molto alto di chi sostiene di non aver speso neanche un euro, ben 266.