Connettiti con noi

Attualità

Ponte sullo Stretto di Messina, decisione rinviata

L’attuale governo proroga di due anni i termini di approvazione del progetto definitivo. Secondo Palazzo Chigi c’è da verificare fattibilità tecnica e le effettive possibilità di investimento. Non è esclusa, fra 24 mesi, la revoca ex lege di tutti i contratti in corso

Sono stati prorogati di circa due anni i termini per l’approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo stretto di Messina. È quanto stabilito dall’ultimo Consiglio dei ministri di mercoledì 31 ottobre che, delegando di fatto la decisione definitiva sulla costruzione dell’infrastruttura a un altro esecutivo, ha motivato la proroga con l’intenzione di “verificarne la fattibilità tecnica e la sussistenza delle effettive condizioni di bancabilità”.Questa decisione, prosegue la nota di Palazzo Chigi “è motivata dalla necessità di contenimento della spesa pubblica, vista anche la sfavorevole congiuntura economica internazionale, ed è in linea con la proposta della Commissione europea dell’ottobre 2011 di non includere più questo progetto nelle linee strategiche sui corridoi trans-europei”. Solo queste opere, infatti, possono godere del co-finanziamento comunitario, di conseguenza il Ponte sullo stretto non riceverebbe finanziamenti europei e sarebbe solo a carico dello Stato italiano.“Qualora in questo periodo di tempo non si giungesse a una soluzione tecnico-finanziaria sostenibile – si legge nella nota del governo – scatterà la revoca ex lege dell’efficacia di tutti i contratti in corso tra la concessionaria Stretto di Messina spa e il contraente generale, con il pagamento delle sole spese effettuate e con una maggiorazione limitata al 10%. Questa nuova procedura dovrà essere accettata dal contraente generale tramite la sottoscrizione di un atto aggiuntivo al contratto vigente. In ogni caso – si conclude – durante il periodo di proroga, previa deliberazione del Cipe, potranno comunque essere assicurati sui territori interessati interventi infrastrutturali immediatamente cantierabili, a patto che presentino una funzionalità autonoma e siano già compresi nel progetto generale”.