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Attualità

Parma, arrestato il presidente Manenti

L’accusa è di reimpiego di capitali illeciti. Con lui, altre 21 persone arrestate

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Ultimo grottesco capitolo della bufera Parma calcio: la Guardia di Finanza ha arrestato il presidente del club Giampietro Manenti, con l’accusa di riciclaggio. Insieme a lui, coinvolte anche altre 21 persone, tra cui alcuni dipendenti della Ragioneria Generale dello Stato.

I reati contestati vanno dal peculato all’associazione a delinquere, spaziando anche per frode informatica, utilizzo di carte di pagamento clonate, riciclaggio e autoriciclaggio aggravato dal metodo mafioso. L’operazione, ribattezzata “GFB-Oculus“, è stata condotta dal Nucleo di polizia tributaria di Roma su delega della Procura della Repubblica della capitale e del pm Giorgio Orano.

Immediata la reazione del sindaco di Parma Federico Pizzarotti che prima, su Twitter, cinguetta: «Lo dissi da subito: a Parma nessun spazio per i disonesti. Nessun sciacallo tocchi i parmigiani, la città e la nostra squadra. #SaveParma» per poi spiegare meglio su Facebook: «Arrestato Manenti. Non è mai stato chiaro da dove sarebbero arrivati i soldi, e abbiamo fatto bene a non dialogare con certe persone».

Stando a quanto emerso, nell’ultimo incontro comunale Manenti non avrebbe presentato al sindaco alcune garanzie economiche. Da qui, la rottura tra i due e la revoca della concessione dello stadio al Parma Calcio.