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Attualità

Non passa la moda dei furti nei negozi

Una ricerca traccia le tendenze del decennio. Solo nel 2009 “scomparsi” in tutto il mondo 114 miliardi di dollari

I retailer di tutto il mondo hanno un problema comune che devono fronteggiare tutti i giorni senza mai abbassar la guardia. Si tratta dei furti nei punti vendita. Un fenomeno che sembra non solo non voler passar di moda, ma che, anzi, continua ad aumentare. Il problema è talmente sentito che qualcuno si è anche preoccupato di analizzarlo a livello globale. Quel qualcuno è il Centre for Retail Research che, dall’analisi del fenomeno nell’ultimo decennio, ha stilato il documento “Differenze inventariali e prevenzione delle perdite: gli insegnamenti degli ultimi 10 anni”. Come emerge dal titolo l’analisi parte dalle differenze inventariali, vale a dire dal valore delle perdite causate in primis dal furto di beni o denaro, ma anche da quei piccoli o grandi errori di gestione, nella contabilità e nei prezzi, che generano apparenti perdite d’inventario.Dall’analisi emergono alcuni aspetti interessanti: il primo riguarda l’aumento globale delle differenze inventariali che è stato registrato quasi ovunque nel 2009, raggiungendo un totale di 114 miliardi di dollari (circa 87 miliardi di euro).A livello globale l’incidenza dei furti dei negozi, espresso come percentuale sulle vendite, è passata nel 2009 dall’ 1,35% all’1,43%. Nell’ultimo anno si è avuta una crescita notevole dei tentativi di taccheggio nel mondo, registrata dal 41,2% dei retailer. In aumento anche i furti da parte di dipendenti disonesti, incremento rilevato dal 19,5% dei responsabili dei punti vendita. Se a livello globale l’incidenza dei furti nei punti vendita è costante dal 2006, in Europa l’ultimo decennio è stato caratterizzato da una sorta di modello “ad onda”, che ha trovato il suo picco nel 2002. Due le fasi: la prima – dal 2000 al 2005 – prende come riferimento il valore medio di 1,40% e raggiunge la punta di 1,45% nel 2002, prima di scendere all’1,24% nel 2005. La seconda invece è iniziata nel 2006 quando la bassa percentuale pari all’1,23% è andata aumentando di anno in anno fino a raggiungere l’1,33% nel 2009.Ma come contrastare il fenomeno? Lo studio cerca di rispondere anche a questa domanda analizzando come la variazione negli investimenti effettuati dai retailer abbia effettivamente avuto degli impatti significativi nei valori di differenze inventariali registrati. Ma investire in loss prevention non basta, secondo il Centre for Retail Research perché una politica del genere funzioni è necessario che le risorse messe in campo siano gestite in maniera ottimale e che il tutto sia inserito all’interno di una strategia coerente.