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Giustizia, lo Stato sarà obbligato a rivalersi sui magistrati

In caso di negligenza grave la procedura sarà avviata sempre. Il risarcimento potrà arrivare a metà dello stipendio

La responsabilità civile diventa realtà a 27 anni dal referendum del 1987. Le linee guida emanate dal ministero della Giustizia prevedono infatti che «l’azione di rivalsa nei confronti del magistrato, esercitabile quando la violazione risulti essere stata determinata da negligenza inescusabile, diverrà obbligatoria».

Si potrà arrivare fino a una somma pari alla metà dello stipendio annuale dei giudici, innalzando il limite precedente che era di un terzo. Nessun limite invece in caso di dolo.

Diventa così effettiva la legge Vassalli, data 1988 ma mai davvero applicata. Sarà dunque più semplice ottenere il risarcimento danni dallo Stato per i privati, anche se l’azione non sarà comunque diretta perché ciò metterebbe a rischio l’autonomia delle toghe.

Il cittadino potrà rivalersi solo indirettamente sullo Stato. Sarà poi la pubblica amministrazione a doversi rivalere in caso di «negligenza inescusabile».

Si ampliano i casi di rivalsa per i cittadini in base alle norme europee: vengono incluse la «violazione manifesta delle norme applicate» e anche «il manifesto errore nella rilevazione dei fatti e delle prove».

Insorge l’Associazione nazionale magistrati lamentando il pericolo di cause in situazioni legate al sovraccarico di lavoro e alla carenza di risorse.

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