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Attualità

Emergenza sbarchi, Maroni: tutte le regioni accoglieranno profughi

La ripartizione avverrà in base al criterio del numero di abitanti. Bisogna attendersi fino a 50mila arrivi

Ogni regione, provincia e comune italiano accoglierà la sua quota di immigrati. Ad annunciarlo è Roberto Maroni, ministro dell’interno, in una conferenza stampa al termine di un incontro tra i vertici del Viminale ed i rappresentanti degli enti locali. «Regioni, provincie e comuni hanno aderito alla richiesta avanzata qualche giorno fa anche dal Capo dello Stato ed è stato discusso un piano di emergenza per i profughi che deve partire dal principio di solidarietà: tutti i territori devono sentirsi coinvolti» ha affermato Maroni. Il piano, nel quale si prevedono fino a 50mila profughi in arrivo nel prossimo futuro, sarà presentato nei prossimi giorni ad Upi (l’Unione delle province d’Italia) ed Anci (l’Associazione nazionale dei comuni italiani) e «terrà conto nella distribuzione dei migranti del criterio del numero di abitanti per regione, nel senso che le regioni più popolose accoglieranno un maggior numero di persone, ma – ha precisato il ministro – ci saranno dei correttivi: le regioni che hanno già una forte pressione migratoria (Sicilia, Calabria e Puglia) e l’Abruzzo che ha avuto il terremoto, saranno salvaguardate».

Gli arrivi, tra Tunisia e Libia«Domani – ha proseguito Maroni – andrò in Tunisia per concordare con le autorità di quel Paese iniziative che possano fermare il flusso di migranti verso Lampedusa». Dall’inizio dell’anno, ha ricordato il ministro, «sono arrivati circa 15mila persone, tutti tunisini, a Lampedusa, nell’intero 2010 erano arrivati 4mila clandestini complessivamente, di cui solo 25 tunisini». Quelli sbarcati a Lampedusa, ha aggiunto, «sono tutti giovani, maschi, una generazione in fuga». «Serve un coinvolgimento dell’Unione Europea – ha osservato Maroni – la Tunisia è un paese amico e sono ottimista sulla possibilità di risolvere il problema». Resta tuttavia, ha concluso, «un punto interrogativo sulla Libia, con i profughi che scappano da una situazione drammatica».