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Attualità

EPolis: evasione da 9 milioni, denunciato anche il presidente Rigotti

Sette le persone coinvolte nell’inchiesta sul fallimento del gruppo editoriale fondato da Nicola Grauso e poi ceduto ad altri imprenditori

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Compare anche il nome del presidente Alberto Rigotti nell’inchiesta sul fallimento di EPolis, gruppo editoriale che dà lavoro a 150 tra giornalisti e poligrafici e per il quale la Guardia di Finanza ha accertato una maxi evasione pari a 9 milioni di euro. Sette le persone denunciate tra vertici aziendali e gli amministratori delle società: Alberto Rigotti, l’ex amministratore delegato del gruppo Francesco Ruscigno, Sara Cipollini, dimessasi negli ultimi mesi di attività del gruppo, Vincenzo Maria Greco, uno dei finanziatori del gruppo, e i responsabili della concessionaria della pubblicità Carlo Momigliano e Claudio Noziglia. L’indagine della Procura di Cagliari era nata per far luce sulle responsabilità del dissesto finanziario che ha portato al crac del gruppo editoriale EPolis, fondato sette anni fa dall’ex editore dell’Unione Sarda, Nicola Grauso e poi ceduto ad altri imprenditori fino alla cessazione delle pubblicazioni, nel luglio dello scorso anno. Sono stati passati al setaccio i bilanci della EPolis e della sua concessionaria della pubblicità Publiepolis, per gli anni dal 2006 al 2010: è emersa un’evasione fiscale per 9 milioni di euro e gli amministratori sono stati denunciati per ripetute violazioni penali alla normativa fiscale. Le Fiamme Gialle hanno inoltre congelato i conti correnti, le disponibilità di titoli, quote e prodotti finanziari, nonché posto sotto sequestro auto, terreni, ville e appartamenti, per un valore complessivo di 9 milioni di euro.

EPolis Bari. Il gruppo Sedit, società barese cui fa capo EPolis Bari sottolinea la propria estraneità all’inchiesta in corso da parte della Procura di Cagliari. “Si precisa che tale attività non ha alcuna relazione con EPolis Bari, testata giornalistica editata dalla società Pqs afferente alla Sedit. Tale precisazione al solo fine di evitare ulteriori speculazioni di cui le nostre attività sono state oggetto soprattutto sul mercato dell’investimento pubblicitario”.