Donald Trump © Getty Images

Torna al via e stai fermo un giro. I primi venti giorni di governo di Donald Trump sembrano una partita a Monopoli. Il nuovo schiaffo arriva dalla Corte d'Appello di San Francisco che ha imposto un nuovo stop al Travel Ban o Muslim Ban, come è stato ribattezzato l'ordine esecutivo che sospendeva i visti per i cittadini in arrivo da sette Paesi islamici. «Ci vediamo alla Corte Suprema, è in gioco la sicurezza della nazione», ha twittato Donald Trump, che però non ha nessuna certezza di successo fino alla conferma da parte del Senato di Neil Gorsuch, il nuovo giudice nominato da Trump. Anche se lo stesso Gorsuch si è detto molto critico sul provvedimento diventando un altro dei nemici “interni” del presidente.

Ancor più pesante sul piano dell'immagine è stata la telefonata con il presidente cinese Xi Jinping. Mentre già si paventava un'umiliante “strategia del silenzio” da Pechino, The Donald ha fatto marcia indietro sulla vicinanza con Taiwan e ha chiuso la discussione ribadendo che c'è «una sola Cina». E tanti saluti alle promesse di non dipendere da Pechino, che possiede un'enorme fetta del debito Usa. I due cai di Stato «si impegneranno in discussioni e negoziazioni su varie questioni di reciproco interesse», ha chiarito una nota della Casa Bianca. Insomma, partita chiusa.

Dopo questo doppio colpo, l'immagine da duro del presidente Usa inizia a barcollare. Solo Wall Street sembra credere ancora alle sue promesse e ieri ha chiuso con tutti gli indici che hanno fatto registrare prestazioni da record. Merito anche dell'annuncio di un «piano fenomenale» sulle tasse, sui tanto sbandierati tagli delle aliquote. Visti i precedenti, c'è davvero poco da fidarsi.