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Lavoro

Whirlpool non molla: sarà chiuso lo stabilimento di Caserta

Immediata la protesta dei sindacati che abbandonano il tavolo di confronto, indicono 12 ore di sciopero e invocano l’intervento del governo

Ai rappresentanti di Fim, Uilm e Ugl sono bastati dieci minuti per decidere di abbandonare il tavolo di confronto con Whirlpool. È stato sufficiente ascoltare l’introduzione dell’azienda che, invece di puntare su una captatio benevolentiae, ha subito ribadito la volontà di chiudere l’ex stabilimento Indesit di Caserta. Peccato che nel 2013 era stato firmato un accordo tra governo, Indesit e la Famiglia Merloni dove il gruppo si impegnava a non chiudere gli stabilimento fino al 2018 e a non tagliare gli esuberi. Ora, invece, il nuovo piano aziendale prevederebbe il taglio di circa 1.350 posti, la chiusura del centro di ricerca di None in Piemonte e la chiusura di tre stabilimenti. Di questi, il più sacrificato sarebbe proprio quello Indesit di Carinaro, dove verrebbero rimandati a casa 815 lavoratori.

Da qui, il tentativo di dialogo tra i sindacati e Whirlpool, subito andato all’aria. «È stato subito chiaro che si poteva discutere del piano ma non si poteva provare a ridurre il numero dei tagli e le chiusure», spiega Michele Zanocco della Fim Cisl. I sindacati hanno dunque proclamato 12 ore di sciopero per poi invocare l’intervento del governo. «Ora tocca al governo farsi sentire dall’azienda. Noi la nostra l’abbiamo detta e ribadita. I patti vanno rispettati!», scrive su Twitter il segretario generale della Uilm Rocco Palombella. Ora quindi la palla passa al governo che avrebbe fissato un incontro al ministero dello Sviluppo Economico per lunedì 27 aprile alle ore 10.

Dal canto suo la Whirlpool ha diffuso una nota dove ribadisce di essere «fortemente convinta della solidità e della validità del piano, necessario per dare continuità e un futuro sostenibile all’azienda in Italia, attraverso il riassetto della produzione e l’innovazione di processo e di prodotto». Oltre ai tagli, il piano prevederebbe anche 500 milioni di investimenti e il trasferimento in Italia di alcune produzioni dalla Turchia.

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Secondo l'accordo firmato nel 2013, lo stabilimento ex Indesit di Caserta sarebbe dovuto rimanere aperto almeno fino al 2018