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Lavoro

Smart working: perché sì e perché no

Aumenta l’efficienza dei dipendenti, che rischiano però di non staccare mai la spina. Pro e contro del lavoro agile, che in Italia continua la sua diffusione senza una vera regolamentazione

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Lento, lentissimo il progetto di legge per il lavoro agile. In attesa che la politica italiana dia una regolamentazione allo smart working, le aziende si stanno già dando da fare per assicurare ai propri dipendenti l’opportunità di svolgere la propria attività lavorativa in modo flessibile, in termini di luogo, di orario e di strumenti utilizzati. A oggi, come evidenziato dalla recente indagine dall’Osservatorio smart working della School of Management del Politecnico di Milano, sono già oltre 250 mila i lavoratori che hanno scelto lo smart working. In questo contesto, la piattaforma Houzz, specializzata nell’arredamento, progettazione e ristrutturazione d’interni e di esterni, ha indagato all’interno della propria community per capire come viene percepita questa modalità di lavoro.

PIÙ DELLA METÀ LAVOREREBBE DA CASA, MA… Il 56% degli intervistati lavora o lavorerebbe volentieri da casa. Tra le motivazioni più diffuse, sicuramente c’è l’aumento dell’efficienza: non andare in ufficio significa ridurre i tempi morti, più elasticità e libertà nella gestione del proprio tempo. Per alcuni si evita inoltre anche lo stress derivante dal traffico o dai ritardi dei mezzi pubblici. Per contro però, lavorare da casa propria significa anche non porre più un limite netto tra lavoro e vita privata: non essendoci orari fissi di entrata e uscita si rischia di andare oltre le normali ore lavorative, di ritrovarsi a pranzare davanti al computer e buttare l’occhio alle carte anche durante il weekend.

C’È CHI PREFERISCE L’UFFICIO. Il 44%, invece, continua a preferire l’ufficio, che consente di stare in mezzo alla gente e confrontarsi facilmente con i colleghi. Alcuni professionisti, per evitare la solitudine lavorativa, scelgono gli spazi di co-working, considerati una fonte continua di stimoli.

SUDDIVIDERE GLI SPAZI IN CASA. Tra i sostenitori del lavoro da casa, il 91% ritiene che sia strettamente necessario avere uno spazio adibito allo svolgimento della propria professione – che sia una stanza a parte, un’area di una sala o anche solo una scrivania. Per alcuni, si tratta di una questione logistica e organizzativa: carta, fogli, appunti, libri, riviste… Ogni volta sarebbero costretti a sgomberare il tavolo dagli strumenti di lavoro per riuscire a cenare comodamente! Per altri, sarebbe anche un modo di ottimizzare e personalizzare uno spazio dell’abitazione mai o mal utilizzato; per altri invece è utile per mantenere la separazione tra lavoro e vita privata, nonostante si svolga tutto tra le stesse quattro mura.