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Lavoro

Lavoro, le ore più produttive? Il mattino presto

Gli italiani? Poco mattinieri, ma il 35% di manager, professionisti e impiegati gestisce la maggior parte delle pratiche nelle prime ore, lontano dall’ufficio tradizionale

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Smartphone, tablet e connessioni in rete consentono di essere sempre operativi e collegati con il mondo del lavoro, con una sempre più crescente integrazione tra vita privata e attività professionale; di conseguenza i tradizionali orari d’ufficio (9-17) sono di fatto superati. Anche per questo, in una recente indagine Regus su 22 mila manager e professionisti a livello internazionale, il mattino presto viene indicato come la fascia oraria più produttiva della giornata.

UN ITALIANO SU DUE LEGATO ALL’ORARIO 9-17. Il 35% di manager, professionisti e impiegati (il 45% a livello globale) raggiungono la massima produttività e riescono a gestire una considerevole parte del lavoro al mattino presto, spesso lontano dall’ufficio tradizionale, prima dell’assalto di e-mail e telefonate che interrompono il flusso del lavoro e la concentrazione. La percentuale registrata nel nostro Paese è sensibilmente inferiore rispetto ai principali paesi europei (Spagna 50%, Francia 44%, Germania 39%, Regno Unito 49%); mentre il 48% degli italiani è ancora legato al tradizionale orario d’ufficio 9-17.

Il mattino ha l’oro in bocca

LE ORE PIÙ PRODUTTIVE. Gli orari dove la maggioranza dei rispondenti si ritiene meno produttiva viene indicata in tarda serata (Italia 15%) e durante la notte (Italia 2%). Percentuali più o meno allineate alla media globale e a quelle dei principali paesi europei con l’eccezione della Germania dove viene registrata una percentuale del 22%, quindi circa un quarto dei manager tedeschi, affermano di essere maggiormente produttivi nelle ore serali.

TRA CONCENTRAZIONE E PAUSA CAFFÈ. Anche il tempo durante il quale si riesce a mantenere la concentrazione svolge un importante ruolo nel determinare la produttività delle persone durante l’attività lavorativa. In media circa il 70% mantiene la concentrazione entro le tre (4% meno di un’ora, 31% tra una e due ore, 34% tra le due e le tre ore), solo un 30% dichiara di riuscire a rimanere concentrato sul lavoro senza interrompersi oltre le tre ore. Brevi break, inoltre, sono necessari durante la lunga giornata lavorativa per mantenere il benessere psico-fisico, recuperare le energie e la capacità di rimanere concentrati. La pausa caffè rappresenta in Italia, ma anche negli altri paesi, un must delle interruzioni di relax sul lavoro, (29% Italia; 28% media globale); anche piccole passeggiate (all’interno o all’esterno degli uffici) costituiscono un’attività fisica per sgranchirsi un po’ le gambe dopo essere rimasti seduti alla scrivania per molto tempo. Questa attività è più frequente all’estero (24% media globale, 21% Italia). Seguono poi il cambio di attività, passando a svolgere altri impegni e incombenze per poi riprendere (17% Italia, 14% globale) e brevi conversazioni con i colleghi (14% Italia, 11% media globale); anche guardare le notizie o navigare in rete (11% Italia e media globale) costituisce un momento di svago e relax.