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Lavoro

Lavoro e giovani, un curriculum su tre è sbagliato

Date non corrette, skill gonfiate, troppe pagine, illeggibilità: ecco gli errori più comuni che impediscono ai neolaureati di trovare un impiego

Un curriculum su tre viene cestinato, impedendo ai candidati di accedere a un colloquio di lavoro. Perché? Non è questione di cattiveria dei responsabili delle Risorse umane, ma di precisione, correttezza, sincerità e ordine. Spesso i Cv che arrivano sulle scrivanie dei selezionatori sono veri e propri capolavori di prolissità e illeggibilità; riportano date imprecise, skill “gonfiate” e foto inappropriate.

Un’amara realtà, evidenziata da un’indagine condotta dal settore replacement dell’Università Cà Foscari di Venezia che – sulla base di circa 50 mila curriculum ricevuti – ha raccolto le opinioni di 30 grandi aziende, tra cui varie multinazionali del calibro di Apple, Toyota, Luxottica, L’Oreal, Calzedonia, Cameo e H&M.

GLI ERRORI PIÙ COMUNI. Per il 28% degli headhunter intervistati in genere i curriculum dei neolaureati presentano errori di cronologia per le date e in alcuni mancano i dati di contatto (mail, telefono, etc.), fattori per cui il 18% dei selezionatori cestinerebbe i Cv. Il 15% degli esaminatori, poi, segnala anche l’assenza del diploma e del voto di laurea.

IL CV IDEALE. Cosa si aspettano le aziende da un curriculum vitae ideale? Deve fornire subito la sintesi del profilo del candidato e la descrizione degli obiettivi professionali: bisogna indicare le competenze da offrire, provando a farle coincidere con il ruolo ricercato dalle aziende. Meglio non gonfiare i ruoli ricoperti, perché comprometterebbero l’esito della candidatura. Attraverso l’analisi di Facebook, Twitter e LinkdeIn, i recruiter, infatti, sono ben addestrati a cogliere autovalutazione esagerate; è tra i post e i commenti che si inizia a valutare il candidato. Non sempre, poi, il curriculum preordinato da compilare è preferibile a un racconto di sé: una buona esposizione, infatti, indica una conoscenza dell’italiano e una predisposizione al ragionamento. Una veste grafica personalizzata, infine, non solo aiuta la presentazione, ma dimostra che chi si presenta sa utilizzare le tecnologie.

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© Joe Raedle/ Newsmakers