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Attualità

‘Toto Papa’, un africano per il post Benedetto XVI? Bagnasco quotato a 8

A poco più di 24 ore dall’annuncio di Papa Benedetto XVI (guarda il video) e a più di due settimana dall’inizio della sede vacante – programmata per le 20 del prossimo 28 febbraio – la domanda è già sulla bocca di tutti: chi sarà il 266esimo vescovo di Roma? Tra i – è proprio il caso di dirlo – ‘papabili’ al Soglio pontificio c’è il cardinale Angelo Scola, attuale arcivescovo di Milano ed ex patriarca di Venezia. Lombardo, 71 anni, una storia di vicinanza a Comunione e Liberazione, Scola – come segnala l’agenzia Ansa – ha sicuramente molti sostenitori che ne hanno fatto uno dei più accreditati possibili successori di Ratzinger. È un teologo molto apprezzato dal Pontefice tedesco, impegnato nel dialogo interreligioso con al Fondazione Oasis, e prima a Venezia e poi a Milano ha acquisito anche grande esperienza in due della diocesi più prestigiose al mondo. Di grande rilievo anche la candidatura del cardinale canadese Marc Ouellet; a quasi 69 anni, è stato arcivescovo di Quebec ed è attualmente in Curia come prefetto della Congregazione dei Vescovi e presidente della Commissione per l’America Latina. Ouellet è un po’ il capofila di quell’episcopato nordamericano che da tempo sta acquisendo sempre più peso nel panorama della Chiesa universale. E dalla sua posizione di prefetto dei vescovi detiene anche un ruolo cruciale, avendo voce in capitolo sulle diocesi sparse in tutto il mondo. Sempre dal Nordamerica viene un altro cardinale, più giovane: si tratta del cardinale Timothy Michael Dolan, 63 anni appena compiuti, arcivescovo di New York, grande uomo di pubbliche relazioni (ha tenuto banco nella tradizionale cena benefica cui partecipano i due candidati presidente alle ultime elezioni Usa) e dotato di un forte carisma: capace di far ridere anche il Papa col suo italiano stentato nella riunione pre-Concistoro del febbraio 2012 in cui ricevette la porpora.Una personalità di grande prestigio, italiana, di cui è però difficile valutare appieno il “peso” in termini elettorali, è il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Lombardo, 70 anni, biblista di fama mondiale, uomo di vastissima preparazione e impegnato in numerose iniziative di carattere culturale, ha decisamente ‘svecchiato’ l’immagine della Curia, anche con idee come quella recente di far aprire la plenaria del dicastero da un concerto rock. Una delle caratteristiche del suo impegno di capo-dicastero è di aver percorso e incentivato una delle idee-guida di Ratzinger, quella del dialogo con i non credenti. Un nome che era dato tra i papabili anche nel precedente Conclave è quello del cardinale honduregno Oscar Andres Rodriguez Maradiaga, 70 anni, arcivescovo di Tegucigalpa e già presidente di Caritas Internationalis. Se dovesse formarsi una coalizione in favore di un possibile Papa africano, in prima fila potrebbe esserci il ghanese Peter Turkson, 64 anni, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, che però, oltre ai molti meriti, ha avuto anche qualche piccolo incidente di percorso, come le polemiche al recente Sinodo sulla nuova evangelizzazione per aver proiettato un filmato molto allarmista sull’invasione islamica in Europa. Un nome nuovo potrebbe essere quello del cardinale filippino Luis Antonio Tagle, arcivescovo di Manila, 56 anni il prossimo 21 giugno, espressione di una Chiesa come quella asiatica attualmente tra le più dinamiche. Ha invece un’etichetta da ‘progressista’ l’austriaco Christoph Schoenborn, 68 anni, arcivescovo di Vienna, che spesso ha fatto discutere per le sue posizioni avanzate su molti campi e con alle spalle anche molti sostenitori nella Chiesa nord-europea, e non solo: un dato a lui contrario potrebbe essere la poco probabile elezione di un altro Papa di lingua tedesca.

LE QUOTE. Europei – italiani compresi – sono al momento in secondo piano, per la maggior parte degli scommettitori stranieri il nuovo Papa sarà africano o americano. Secondo quanto rilevato da GoldBet sono il ganese Peter Turkson e il nigeriano Francis Arinze, quotati entrambi a 4,5 a dividersi i favori degli scommettitori . Terzo poto per il canadese Marc Oullet (quotato a 4.75): più distanziati gli altri, guidati dagli italiani Angelo Bagnasco a 8, seguito, entrambi a 8,5, da Gianfranco Ravasi e Angelo Scola. Poche speranze per Tarcisio Bertone, quotato a 15. Nulle, per l’agenzia di scommesse, quelle di Dionigi Tettamanzi, quotato a 25.