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Riforme, secondo sì alla Camera. Renzi esulta, Fi si spacca

Arriva l’ok alla revisione costituzionale con 357 sì e 125 no. Ma Bersani minaccia ritorsioni se non cambierà l’Italicum

Arriva il secondo dei quattro sì necessari per l’approvazione del ddl costituzionale sul superamento del bicameralismo perfetto e le modifiche al Titolo V.

Alla Camera hanno votato a favore 357 deputati, contro 125 e 7 astenuti. Esulta il premier Matteo Renzi, ma per il ritorno del testo al Senato vede sorgere nuovi problemi.

«Il Patto del Nazareno non c’è più, quindi non ci si dica che non si può toccare niente. O si modifica in modo sensato l’Italicum o io non voto più sì sulla legge elettorale e di conseguenza sulle riforme perché il combinato disposto crea una situazione insostenibile per la democrazia. Entriamo nell’impensabile sul piano democratico. E qui non può esserci disciplina di partito che tenga», dice Pier Luigi Bersani lasciando l’Aula di Montecitorio.

«Nel Pd ci sono tanti luoghi di confronto, nelle prossime settimane ci sarà, ma l’importante è non interrompere il percorso», ha replicato il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi.

Contrari M5S, Lega Nord e Sel, anche Forza Italia che ha votato contro dopo l’intervento diretto di Silvio Berlusconi, ma 18 deputati – compreso Denis Verdini – hanno firmato una lettera critica sulla linea politica del partito.

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