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Attualità

Incidenti stradali: dopo dieci anni tornano a salire

Nei primi sei mesi dell’anno si inverte il trend in atto dal 2001. Il picco a luglio, colpa (anche) de selfie alla guida

Gli incidenti stradali in Italia tornano a salire. I dati della polizia stradale – pubblicati su PoliziaModerna – raccontano l’inversione di un trend virtuoso inaugurato nel 2001. Solo nel 201e si era registrato, dati Istat, una diminuizione delle vittime del 9,8% rispetto all’anno precedente.

CALANO I FERITI. «I primi 6 mesi del 2015 hanno purtroppo confermato l’inversione di tendenza, che ha raggiunto il picco nel mese di luglio appena trascorso», raccontano le forze dell’ordine, «in particolare, gli incidenti mortali sono passati dagli 879 del 2014 agli 897 dell’anno in corso (+18 pari ad un incremento del 2%), ma anche il numero delle vittime è aumentato di 18 unità, passando da 954 dei primi 7 mesi del 2014 a 972 dello stesso periodo del 2015 ( + 1,9%); unico dato positivo quello relativo agli incidenti con lesioni e alle persone ferite, diminuiti rispettivamente del 3,6% (-704 incidenti) e del 2,8% (853 feriti in meno). L’elemento che desta la maggiore preoccupazione è quello relativo agli incidenti che si verificano nella fascia oraria dalle 22 alle 6».

NOTTE PERICOLOSA. Dopo anni di campagne pubblicitarie, nel primo mese vacanziero gli incidenti notturni mortali sono passati dai 28 del 2014 addirittura a 60 e le vittime da 30 a 66 (rispettivamente +114% e del 120%). Tra le categorie più a rischio risalgono le moto, a differenza dei ciclisti (-25%): le vittime tra i centauri sono aumentate del 78% (da 41 a 73, +32). Stesso discorso per i pedoni: +80% con 18 vittime contro le 10 di dodici mesi fa. DISTRAZIONE. «Devo innanzitutto riferirmi al comportamento dei conducenti», precisa Giuseppe Bisogno, direttore del Servizio polizia stradale, «le cause di questa accresciuta incidentalità vanno imputate prevalentemente alla loro condotta di guida, in particolare ai motivi di distrazione. E volendo stilare una graduatoria, il primo posto è occupato dai telefoni cellulari, oggi sempre più multiuso, che non permettono semplicemente di comunicare attraverso la classica telefonata ma ci connettono al mondo con sistemi di messaggerie, piattaforme social, foto e videocamere, raggiungendo il paradosso dei selfie scattati mentre si è alla guida». Ma a causare l’aumento della mortalità sarebbe un’imprudenza ingiustificabile nel mancato uso delle cinture di sicurezza, in particolare sui sedili posteriori, e dei sistemi di ritenuta per i bambini. «Il mancato uso delle cinture costituisce un comportamento molto rischioso», conclude Bisogno, «se usate correttamente riducono dell’80% la possibilità di morte o ferite gravi in caso di incidente. Una ricerca a cura dell’Istituto superiore di sanità e del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti conferma la scarsa diffusione di quello che dovrebbe essere invece un comportamento automatico, con un 63% di conducenti che indossano le cinture e uno sconfortante 10% di persone che rispettano l’obbligo nei posti posteriori del veicolo».