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Attualità

Il nuovo esodo dal Mezzogiorno

In 15 anni sono emigrate dal Sud 1,7 milioni di persone: il pil è crollato del 7,2%, mentre nell’Ue è salito del 23,2%

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Un nuovo esodo dal Sud: negli ultimi 15 anni sono emigrate 1,7 milioni di persone dal Mezzogiorno. La colpa, ovviamente, è dell’economia che ha perso il 7,2% di pil dal 2001 al 2016, contro una crescita europea del 23,2%. E non basta la mosca bianca dell’anno passato, quando il Meridione ha fatto registrare performance migliori del Centro-nord. Servirà ben altro per ritornare ai livelli pre-crisi entro il 2029, mentre i giovani continueranno a partire per cercare fortuna. «Negli ultimi 15 anni la popolazione meridionale, al netto degli stranieri, è diminuita di 393 mila unità, mentre è aumentata di 274 mila nel Nord», dicono le anticipazioni del Rapporto Svimez. «Nello stesso periodo sono emigrati dal Sud 1,7 milioni di persone, a fronte di un milione di rientri, con una perdita netta di 716 mila: nel 72,4% dei casi sono giovani entro i 34 anni, 198 mila sono laureati». Il Sud, insomma, «non è più un’area giovane, né tanto meno il serbatoio di nascite del resto d’Italia».

IL NUOVO ESODO DAL MEZZOGIORNO

Anche il dato del pil 2016, cresciuto dell’1% rispetto allo 0,8% del resto del Paese, sembra destinato a rimanere una una tantum. Sorprende il +2,4% della Campania, trainato dall’industria e dal turismo. Da sottolineare anche il +2,1% della Basilicata, mentre la Puglia viene frenata dai guai dell’agricoltura (+0,7%). I rapporti con il Centro-Nord si ribalteranno nuovamente e fino al 2018: 1,1% contro 1,4% nel 2017 e 0,9% contro 1,2% nel 2018. Con una spada di Damocle sulla testa: un eventuale aumento dell’Iva costerebbe al Sud mezzo punti di pil. Anche se già «nel 2016 circa 10 meridionali sul 100 sono in condizioni di povertà assoluta, contro poco più di 6 nel Centro-Nord».