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Attualità

Aiazzone: furti senza sosta, i carabinieri sigillano i cancelli

Dopo l’assalto di giovedì 2 giugno le forze dell’ordine hanno fermato altri tentativi di furto di ex dipendenti e clienti in attesa di mobili mai consegnati

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Alla fine i carabinieri hanno dovuto mettere i lucchetti ai cancelli dell’ex mobilificio Aiazzone di Pognano (Bergamo) perché dopo l’assalto, i tentativi di furto non si erano fermati. Da giovedì 2 giugno, infatti, una piccola folla di ex dipendenti, clienti delusi dalle mancate consegne e famiglie di extracomunitari con bambini hanno compiuto un vero e proprio furto di massa in uno dei punti vendita dell’ex colosso dell’arredamento, fallito da qualche mese. I più organizzati sono arrivati direttamente con camion e furgoni, altri semplicemente con la propria auto. Decine di persone sono così entrate nei locali e hanno fatto razzia di tutto ciò che capitava loro sottomano: comodini, materassi, elettrodomestici, ma anche mobili componibili e intere cucine. I carabinieri sono arrivati in tempo per identificare una quarantina di persone e denunciarne quattro per furto. È probabile che il raduno sia nato con il passaparola o con un rapido giro di telefonate. Molti degli incursori sostengono di aver pagato migliaia di euro per mobili che non sono mai stati consegnati e così sarebbero andati a prenderseli. Pare comunque che i furti al mobilificio andassero avanti da tempo: nelle scorse settimane erano già stati segnalati altri episodi simili; più volte i passanti avevano allertato i carabinieri, dopo aver notato un via vai sospetto di furgoni e mezzi pesanti. E nonostante la annunciata raffica di denunce che segue l’iniziativa di massa di ieri, anche oggi qualcuno è tornato nei locali dell’ex mobilificio, per rubare mobili e accessori per la casa lasciati nei locali. Comprensione arriva dal segretario generale della Cgil, Susanna Camusso che capisce la “situazione difficile di persone che hanno pagato”, ma sottolinea anche la necessità di “rispettare le regole, perché romperle crea sempre dei problemi. Bisogna trovare le strade legali per dare una risposta a tutto ciò”.