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Attualità

8 marzo, a che punto siamo con le discriminazioni sul lavoro?

Cass Business School racconta l’8 marzo sui luoghi di lavoro: le donne non sono meno determinate degli uomini nel chiedere gli aumenti di stipendio. Ma i maschi hanno il 25% di probabilità in più di ottenerli

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Auguri alle donne per l’8 marzo. Ma affinché sia una vera festa per le lavoratrici, a che punto siamo con le discriminazioni sul posto di lavoro? Una ricerca condotta dalla Cass Business School in collaborazione con l’University of Warwick e l’University of Wisconsin dimostra che le donne chiedono aumenti di stipendio tante volte quanto lo fanno gli uomini, ma che gli uomini hanno il 25% di probabilità in più di ottenerli.

Utilizzando un campione di 4.600 lavoratori scelti in modo casuale tra più di 800 datori di lavoro dell’Australia – dove c’è traccia statistica degli aumenti di stipendio – questa ricerca realizza per la prima volta un test statistico riguardo alla teoria secondo la quale le donne sono pagate meno perché sono meno determinate degli uomini. I ricercatori non hanno potuto trovare alcun fondamento a questa teoria. Gli autori dello Studio Do Women Ask? hanno allo stesso modo esaminato l’affermazione per cui le lavoratrici donne si trattengono dal chiedere per paura di irritare il proprio capo, ma nuovamente non è stata trovata alcuna prova a sostegno della suddetta teoria. Quando sono stati messi a confronto lavoratori e lavoratrici, si è visto che i maschi hanno un quarto di probabilità in più di avere successo rispetto alle loro colleghe, riuscendo a ottenere un aumento nel 20% dei casi. Solo il 16% delle donne ha ottenuto l’aumento dopo averlo chiesto.

Andrew Oswald, coautore e professore di Economia e Scienze comportamentali presso la University of Warwick ha dichiarato: «Non era chiaro quali numeri avrebbe prodotto la ricerca. Dopo aver esaminato i risultati, penso si debba accettare che esistano elementi di pura discriminazione nei confronti delle donne». Malgrado i risultati finali siano sconfortanti, gli autori hanno saputo trovare dei segnali incoraggianti tra i dati raccolti: le giovani donne australiane ottengono aumenti di salario più o meno con la stessa frequenza dei giovani uomini australiani. Amanda Goodall ha infatti affermato: «Questo studio ha potenzialmente un lato positivo. Le giovani donne oggi sono in grado di negoziare lo stipendio e le condizioni di lavoro in misura maggiore rispetto alle loro madri, e può essere che questo trend continui in modo positivo anche nel momento in cui diventeranno lavoratrici più adulte».