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Un ricordo di Walter Bonatti

“È andato via, con le sue memorie, le sue emozioni , i suoi occhi, bruciati dal sole della quota, che dall’alto del mondo hanno visto le meraviglie più emozionanti che un cuore umano possa percepire…”

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Walter Bonatti il grande alpinista, un uomo, forse un dio mortale, l’incarnazione del coraggio, della libertà, della volontà di ferro, come i chiodi che l’hanno protetto, o di granito come il Bianco, la sua vera casa. È andato via, con le sue memorie, le sue emozioni , i suoi occhi, bruciati dal sole della quota, che dall’alto del mondo hanno visto le meraviglie più emozionanti che un cuore umano possa percepire.

La montagna chiama e chiunque l’abbia provato, anche solo per un breve periodo della propria vita, sa bene cosa s’intende con questo richiamo, con questa ricerca, infinita, insaziabile.

In solitaria o in cordata, la roccia e il ghiaccio, l’importante è salire; è la sfida, è conoscere le proprie capacità, i propri limiti e quelli di Walter erano quasi ‘disumani’. La sua umanità però la dimostrava sempre, con i gesti, nel suo sguardo, con la storia di una vita.

Un uomo sempre in cerca, nel mondo intero, esperienze uniche in un pianeta da esplorare, quando ancora l’avventura era tale, senza satelliti e gps, senza i materiali ‘tecnici’, solo grazie alla propria resistenza fisica, alle capacità del proprio corpo, ai regali di madre natura e all’abilità nel saperli conservare, integri.

Un uomo e la montagna, un uomo e i popoli, un uomo e la Natura: ha attraversato i cinque continenti per tornare alla culla delle Alpi, per finire in gloria sulla parete Nord del Cervino, più di quarant’anni fa, a soli 35 anni e chilometri di corda, la compagna di una vita.

Eppure il nome di Bonatti resterà sempre e per sempre legato al Monte Bianco, al massiccio che gli ha regalato la vera gloria e del quale conosceva ogni crepaccio e ogni cristallo, su quel granito ossidato.

Chi non ha mai attraversato la meraviglia delle Alpi non può capire cosa si prova ad essere immersi in questo mondo di luce, un’emozione che niente più al mondo potrà cancellare; un’ energia che blocca il fiato. Ho avuto, ammetto, la grande fortuna di attraversare il Bianco sciando, dal Rifugio Torino a Chamonix con Walter Bonatti e carissimi amici comuni, con i quali ha continuato a dividere la sua vita ritirata. Un 29 febbraio di un 199… non saprei, era comunque un giorno speciale, dal primissimo mattino a Courmayeur fino all’arrivo a Chamonix, dove la mia mamma ci aspettava, piena di ritagli di Epoca, conservati nel tempo, di quel mito di un uomo, così bello, così atletico, così vero. Che adesso era lì, i suoi capelli candidi, il suo silenzio, il suo sorriso, il suo cuore che batteva, nel cuore delle Alpi, a casa sua, una cengia, una guglia, una fessura, un appiglio, per scalare fino alla nuvoletta, dove riposerà, per sempre, adesso sì.

Walter si è spento a Roma il 13 settembre 2011, all’età di 81 anni.

Credits Images:

Walter Bonatti, sullo sfondo il 'suo' Monte Bianco