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La buonuscita di Cattaneo la pagano i dipendenti

Secondo indiscrezioni, al manager di Tim andranno 30 milioni di euro di premio per i risultati raggiunti in appena 15 mesi. I contratti di solidarietà in azienda ne avevano portati 55 di risparmi

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Sono i lavoratori di Tim a pagare l’addio di Flavio Cattaneo all’azienda dopo poco più di un anno di lavoro. Il manager chiude la vicenda con le dimissioni che mettono fine alla contesa con Vivendi e saluta con un maxi assegno da 30 milioni di euro. Una cifra, come fa notare la Stampa, pari alla metà dei 55 milioni di risparmi garantiti al gruppo dai contratti di solidarietà firmati dai lavoratori. il comitato nomine che ratificherà il tutto. Tecnicamente, Cattaneo resterà il numero 1 fino all’approvazione dei conti semestrali che dovrebbe arrivare venerdì.

TIM, I LAVORATORI PAGANO LA BUONUSCITA A CATTANEO

Tornano così le polemiche sulle buonuscite dei manager, con Cattaneo che si colloca ai primi posti della classifica italiana. La cifra, sulla quale non c’è ancora certezza, fa scalpore soprattutto per la brevità dell’incarico (15 mesi), anche se la cifra era stabilita già dalla firma del contratto: il bonus sarebbe scattato comunque per lui è gli altri manager nel 2020 fino a un massimo di 55 milioni di euro (80% in azioni, 20% in contanti).

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Certo, i risultati sono dalla parte del manager: con Cattaneo alla guida, Tim è tornata a crescere per la prima volta dal 2007 nel fatturato e nei margini. In un anno l’ebitda è passato da 3,7 miliardi a 4 miliardi attesi per il primo semestre 2017 grazie a importanti efficienze. Sullo sfondo resta la politica, con Vivendi che potrebbe aver voluto ottenere con questa mossa un confronto più facile con il governo italiano, dopo che il manager aveva attaccato l’esecutivo su temi caldi come le gare Infratel e la banda larga nelle zone a fallimento di mercato.

A sostituire Cattaneo dovrebbe essere un triumvirato: Amos Genish, 57enne imprenditore israelo-brasiliano e attuale capo della convergenza di Vivendi, candidato al ruolo di direttore generale di Tim. Con lui potrebbero esserci il vicepresidente Giuseppe Recchi (con deleghe come quelle sulla sicurezza e quindi sull’infrastruttura strategica) e Arnaud de Puyfontaine, presidente esecutivo di Tim oltre che Ceo di Vivendi.