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Rivoluzione intelligente

La nuova sfida di Blackberry secondo Rick Costanzo, executive vice president Global sales di Rim. Il lancio della piattaforma di ultima generazione della società che ha inventato lo smartphone è vicino. Ma non si tratta solo di un forte cambiamento per la multinazionale canadese. Il Blackberry 10 ha l’ambizione di ridefinire la user experience dei servizi in mobilità per tutto il mercato

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Una delle prime cose che volevamo chiedere a Rick Costanzo, executive vicepresident of Global sales di Rim (la società canadese che col BlackBerry, ormai più di dieci anni fa, diede vita alla rivoluzione degli smartphone), era se la nuova piattaforma che sarà lanciata in contemporanea mondiale il prossimo 30 gennaio, sarà abbastanza “cool” per competere all’interno di quello che nel frattempo è diventato il mercato dei supertelefonini e delle loro onnipresenti – e onnipotenti – app. La verità è che quando alla fine dell’intervista il nostro interlocutore ci ha chiesto cosa pensassimo di quello che ci aveva raccontato e mostrato, siamo stati noi per primi a dire che qualcosa in BlackBerry sembra decisamente cambiato. Costanzo è ancora più convinto: «Vedrà, cambierà molto per l’intero settore».

Perché? C’è grande attesa per questa nuova piattaforma, il BlackBerry 10, ma quali saranno le caratteristiche che la renderanno diversa da quello che abbiamo visto finora?Innanzitutto va detto che BlackBerry 10 non è solo una nuova piattaforma tecnologica: è la rivoluzione di BlackBerry. Ciò che, se verrà sviluppato correttamente, rappresenterà la strada su cui si muoverà Rim per i prossimi dieci anni. Non stiamo quindi parlando semplicemente del lancio di un nuovo device, ma di una nuova generazione di prodotti e applicazioni. Alla base c’è il mobile computing, la capacità di gestire moltissime operazioni contemporaneamente e un sistema che è in grado di apprendere le caratteristiche e le abitudini dell’utente, rendendo sempre più efficiente col tempo la user experience.

In pratica tutto questo in cosa si traduce?Finora gli smartphone hanno offerto una modalità d’uso “in-out”. Ovvero, con l’indice si clicca sulla app che ci occorre, si entra, la si usa e poi se ne esce. Il sistema Blackberry 10 invece introduce una logica “always in”. Una volta avviata una app, non è necessario uscire per usarne un’altra. Le applicazioni rimangono tutte operative e in continuo aggiornamento, e si può semplicemente passare dalla prima alla seconda, ma anche alla terza e alla quarta scorrendo l’indice sul diplay. Di conseguenza non ci sarà più bisogno di controllare in continuazione le notifiche degli update (per esempio sulla posta elettronica o sui social network) degli altri programmi in esecuzione quando si è impegnati su uno in particolare. E tutti i contenuti di rilievo, dall’agenda alle mail sono immediatamente disponibili, e messi in evidenza all’interno di un contenitore personalizzabile che abbiamo chiamato Blackberry hub. Da lì è possibile gestire virtualmente ogni attività.

Parlava della capacità di imparare del nuovo sistema…Esatto. Abbiamo introdotto una tecnologia che offre molto più del mero completamento automatico. A seconda dell’uso che si fa del testo nei vari contesti – e-mail di lavoro, Facebook, Twitter o documenti di videoscrittura – il sistema apprende quali parole vengono utilizzate più frequentemente dall’utente e suggerisce per ogni contesto, tenendo conto anche dell’eventuale cambio di lingua, possibili completamenti. Attenzione: non direttamente sulla frase da comporre, ma là dove di solito cade l’occhio di chi sta scrivendo, ovvero sulla tastiera, e precisamente sulle ipotetiche lettere successive. Diventa in questo modo possibile scrivere un’intera frase sfiorando solo una serie di tasti. Naturalmente, più si usa il device, più velocemente il sistema apprende e si affina.

Possiamo parlare di un riposizionamento di BlackBerry nello scacchiere dell’offerta di servizi in mobilità?Fermo restando che anche su BlackBerry 10 i punti di forza continueranno a essere sicurezza, affidabilità e performance, se ci pensa bene stiamo solo sottolineando il valore delle nostre origini. Nel 1999 Rim propose i primi smartphone per fornire alle persone che vogliono raggiungere il successo uno strumento che potesse aiutarle. E siamo sempre stati consapevoli di rivolgerci a un pubblico selezionato. Perché non è vero che tutti hanno la priorità del successo. Oggi per noi il principio è invariato. Anche se non parliamo più solo di manager e professionisti, che restano comunque il nostro target d’elezione, ma di tutti coloro che – dallo studente interessato a sviluppare relazioni sui social media alla casalinga che ha bisogno di creare un sistema efficiente per la gestione del bilancio familiare – vogliono poter contare sulle massime prestazioni per fare ciò di cui hanno bisogno.

Credits Images:

Rick Costanzo, executive vice president Global sales di Rim