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I 30 manager che non hanno paura dei social network

Su 247 executive, sono pochi quelli con un profilo ufficiale: Zanotti, Cavalli e Rosso i più coinvolti

Manager e social network. Un binomio difficile che Reputation Manager h voluto indagare andando a studiare il comportamento online di 247 top executive del made in Italy nei settori fashion, design, meccanica e chimico-farmaceutico. Solo 30 hanno un profilo ufficiale su un social network (48% nel food, 32% nel fashion, nessuno nella meccanica). Il canale preferito è ovviamente Twitter (46%), seguito da Linkedin (23%), Facebook (17%) e Instagram (14%). Nonostante il poco interesse, il social network “fotografico” risulta però il più efficace in termini di engagement (like, post/commenti, retweet, mention) consentendo a manager e imprenditori di avere un’interazione fortissima con gli utenti.

ERRORE DA EVITARE. «Questi dati esprimono in modo molto chiaro quella che è la considerazione attuale dei social network da parte dei top manager», spiega Andrea Barchiesi, Ceo di Reputation Manager, «che decidono nella maggior parte dei casi di non presidiare questi canali. All’origine di questa scelta c’è da un lato l’errore di sottovalutare la loro potenza come strumento di comunicazione e di consolidamento della propria identità digitale, dall’altro il timore, in parte giustificato, che essi possano rivelarsi un boomerang esponendosi ad eventuali attacchi e mettendo a rischio la propria immagine».

«Proprio per difendere e consolidare la propria reputazione online è invece importante costruire anche in questi contesti una presenza strutturata», è il consiglio di Barchiesi, «che possa promuovere l’immagine del manager e dell’azienda ma allo stesso tempo tenerla sotto controllo. Infatti, in molti casi, anche se il manager non ha un suo profilo, sul social network sono già nati gruppi e pagine non ufficiali, a volte anche lesivi, dove la comunicazione è totalmente fuori controllo. Osservando la classifica vediamo che i più bravi a coinvolgere attivamente gli utenti sono gli imprenditori e i manager della moda, che occupano le prime sei posizioni per livello di engagement. Alla base di questo successo, rispetto agli altri settori, non c’è solo una buona strategia ma anche una ragione estetica: i contenuti fashion hanno molto più appeal sui social, specie su canali come Instagram».

I LEADER. Calcolando l’engagement ma anche la social audience (somma dei followers su Facebook, Instagram, Twitter, Linkedin), in testa c’è Giuseppe Zanotti: «E’ un grande piacere essere riconosciuto dall’Osservatorio Reputation Manager come primo marchio che ha audience ed engagement nella lista dei primi 30. Non mi ero soffermato prima su questo riscontro e ritengo che l’appeal del nostro marchio lo si debba soprattutto al prodotto, ma anche all’importante contributo dato dal team creativo e dal team della comunicazione», dice il presidente e direttore creativo dell’azienda omonima. È interessante mettere a confronto questi due valori: in molti casi chi ha già una social audience elevata, ha un livello di engagement potentissimo perché gli utenti che lo seguono sono molto attivi, mentre in altri, al contrario, una buona social audience non sempre corrisponde ad un engagement soddisfacente. Questo significa che gli account non stimolano l’utenza ad interagire, ma più che altro sono usati come una sorta di vetrina. Di questi 30, dunque, solo 11 hanno un engagement significativo.

I manager più social:

NOME ENGAGEMENT SOCIAL AUDIENCE

1. Giuseppe Zanotti (stilista) 11.174.969 interazioni 1.443.839 utenti. (presente su Facebook, Twitter e Instagram)

2. Roberto Cavalli (stilista) 5.960.561 interazioni 421.461 utenti (presente su Twitter e Instagram)

3. Renzo Rosso (fondatore Diesel) 1.977.144 interazioni 172.463 utenti (presente su Facebook, Twitter, Instagram e Linkedin)

Credits Images:

Il profilo Instagram di Giuseppe Zanotti