Il capolavoro di Caio è stata Omnitel, della quale fu il primo amministratore delegato, nata all’interno del gruppo Olivetti grazie all’intuizione di Elserino Piol. La storia inizia nel marzo del 1993 quando la società comincia a costruire la sua rete di ripetitori. L’anno successivo il fatturato è già a quota 4.500 miliardi di lire con un utile netto di oltre 780 miliardi. Ma c’è un problema: l’azionista Olivetti non dispone delle risorse necessarie per sostenere l’impetuosa crescita. Per questo dapprima riduce la sua partecipazione e, nel 1997, sigla un accordo con la tedesca Mannesmann in base al quale viene creata Oliman, una holding, della quale Mannesmann ha il 25% e che racchiude le partecipazioni dell’Olivetti in Omnitel e della gemella Infostrada. Nel frattempo, però, amministratore delegato della Olivetti è diventato Roberto Colaninno che, nel 1999, riesce a scalare la Telecom e, a causa delle norme antitrust, è costretto a cedere la Omnitel: per questo decide di vendere alla Mannesmann la partecipazione di maggioranza in Oliman. L’anno successivo la Mannesmann diventa “vittima” di una scalata da parte della Vodafone. Gli inglesi rilevano la partecipazione di Bell Atlantic e diventano gli unici azionisti della società che, nel 2003, cambia nome in Vodafone Italia.
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