Connettiti con noi

People

Al centro del mondo

È qui che si trova il Lazio, secondo Giancarlo Elia Valori, presidente di Sviluppo Lazio, agenzia regionale la cui missione è sostenere l’economia che produce, mettendo le imprese in condizioni di approfittare dei mutamenti del mercato globale, e non di subirli

architecture-alternativo

Cavaliere del lavoro, manager di lunga esperienza, economista e attento osservatore della politica internazionale. Giancarlo Elia Valori sa destreggiarsi nelle grandi privatizzazioni come nella politica internazionale, nell’insegnamento come nella guida di associazioni territoriali. Oggi, oltre a essere al top di Huawei Technologies Italia, è presidente della holding La Centrale Finanziaria Generale, della Fondazione italiana Abertis e da due mandati dell’Agenzia regionale Sviluppo Lazio, che sotto la sua direzione ha realizzato numerose iniziative di sostegno alle piccole e medie imprese e ai cittadini. Giancarlo Elia Valori ci spiega in che modo.

Qual è il bilancio dell’operato di Sviluppo Lazio durante la sua presidenza?

La mia azione è stata ed è improntata all’insegna della programmazione, dell’impegno e del fare sistema con il Governo regionale, Unioncamere Lazio, le organizzazioni sindacali e il mondo produttivo ad ampio raggio, nell’interesse esclusivo della crescita delle naturali vocazioni del territorio. Tale testimonianza è impressa a fuoco nella memoria storica di questi quattro anni di attività intensa, caratterizzati da un percorso fecondo di risultati: i contributi che abbiamo erogato alle Pmi nel secondo semestre di quest’anno sono stati di 44 milioni di euro, che entro fine anno verranno portati a 70. È un risultato straordinario che indica la duplicazione delle erogazioni rispetto agli anni precedenti: 27 milioni nel 2008, 38 milioni nel 2007, 35 milioni nel 2006. Abbiamo voluto fare uno sforzo eccezionale di immissione di liquidità nel sistema produttivo in un momento di particolare crisi per le imprese. Allo stesso tempo, ci siamo impegnati a semplificare la partecipazione, coinvolgendo maggiormente le imprese nel processo e nella tracciabilità dello stato di attuazione delle loro domande. In questo modo abbiamo chiuso il vecchio programma Docup di fondi strutturali europei finanziando 1.700 aziende. Questo importante aiuto ha generato investimenti per oltre 164 milioni di euro, a fronte dei quali sono stati concessi contributi per 82 milioni di euro. In percentuale, il contributo medio per beneficiario si attesta intorno ai 48 mila euro. Poi ci sono i numerosi interventi a supporto delle persone fisiche, delle famiglie e delle fasce più deboli, tra cui l’edilizia sociale. Vi abbiamo fatto fronte nello scorso anno insieme all’Assessorato alla casa della Regione, quando il sistema mondiale del credito sembrava impazzito, per aiutare, con appositi mutui agevolati, gli inquilini delle case degli enti a riscattare i loro appartamenti. È stato, mi creda, un percorso complesso e pieno di difficoltà, ma alla fine abbiamo avuto ragione noi. Alle volte la “follia” paga e permette di lanciare il cuore oltre l’ostacolo. E oggi quegli inquilini, grazie a noi e alle banche, che hanno creduto nel nostro progetto, hanno una casa di proprietà. E di questi tempi non è poco.

Vi siete impegnati molto anche sul fronte delle politiche di internazionalizzazione.

I risultati che abbiamo conseguito hanno avuto riverberi positivi nei mercati mondiali, nonché positive ricadute d’immagine per la nostra regione. Tanto da scomodare il prestigioso Financial Times che, in un editoriale, ha indicato nel Lazio la prima Regione in Italia e in Europa occidentale per capacità d’attrazione di investimenti. Tutto ciò è da ascrivere a un efficace lavoro di squadra, svolto con un Governo regionale attento, nel comune obiettivo di dare sostanza al processo di rilancio delle nostre imprese all’estero e ad attrarre nuovi investimenti produttivi e sostenibili nelle aree del nostro territorio. La mia sfida rimane comunque quella di consolidare i successi raggiunti, realizzarne di nuovi, continuando a perseguire la via del fare e della concretezza, per una regione e per un sistema produttivo con tutte le opportunità.

Quali sono le priorità per il futuro prossimo?

Innanzitutto l’assetto infrastrutturale e il riequilibrio territoriale del Lazio. È necessario collegare in maniera più efficace, con sistemi trasversali, i principali centri urbani della Regione, nonché i sistemi produttivi locali per consentire alle imprese il perseguimento di obiettivi comuni. Poi bisogna controbilanciare il peso dell’area metropolitana romana con efficaci politiche di sviluppo e d’integrazione degli altri ambiti territoriali, attraverso il decentramento di funzioni di pregio, che possano fare da catalizzatori per innescare strategie di sviluppo territoriale.

Lei ha dichiarato: «Il nostro obiettivo è essere accanto all’economia reale. Per questo intendiamo operare con le imprese, con i cittadini e con tutti gli attori sociali, per fare rete. Ognuno per la propria parte deve sentirsi impegnato per rilanciare il Sistema Lazio». Che cosa significa essere accanto all’economia reale?

Significa essere accanto all’economia che produce. Infatti, il nostro obiettivo è il progresso del sistema Lazio che consenta di mettere le nostre imprese in condizioni di approfittare dei mutamenti del mercato globale e non di subirli. Per venire maggiormente incontro alle esigenze delle Pmi abbiamo messo a punto un quadro complessivo di misure e di interventi, che sono tra loro coerenti e di mutuo sostegno e, allo stesso tempo, semplici e trasparenti. Il nostro impegno è finalizzato ad agevolare, attraverso l’erogazione di contributi, lo sviluppo dell’artigianato, del commercio, delle realtà distrettuali e delle cooperative. Senza dimenticare il supporto alle persone fisiche, alle famiglie e alle fasce più deboli. Anche con l’accesso al microcredito, voluto fortemente dal Governo regionale.

Nei progetti di Sviluppo Lazio c’è la creazione di InformaLazio, sportelli informativi per le imprese e i cittadini in tutte le Province. Qual è il loro scopo?

È quello di essere accanto all’economia reale, per informare e assistere le imprese, i cittadini e le istituzioni locali nel cogliere le varie opportunità che vengono dal Governo regionale e dall’Unione europea. Questa nostra iniziativa, che ritengo utile sotto tutto gli aspetti, contribuirà a rafforzare il concetto di una sana “politica economica di prossimità”.

Tra i suoi cavalli di battaglia vi è il sostegno all’internazionalizzazione delle Pmi. In che modo avete sostenuto su questo fronte le organizzazioni laziali?

Abbiamo puntato innanzitutto ad assicurare una maggiore efficienza alle imprese, fornendo una migliore informatizzazione e conoscenza dei mercati globali attraverso il nostro sportello SprintLazio. Perché oggi non basta più la creatività, l’innovazione, la qualità e lo stile dei prodotti, ma occorre uno sforzo congiunto tra mondo produttivo e istituzioni, capace di generare quella filosofia del “fare sistema in rete” in modo da consentire alle aziende un approccio vincente nella competizione al di fuori dei confini nazionali. Su questo tema abbiamo concentrato molte risorse, associate a una mirata strategia. Si inquadra in tale contesto il bando del febbraio scorso, vincolato, per la prima volta, all’aggregazione d’impresa, cioè all’unione di almeno quattro aziende. È stata un’iniziativa efficace e di successo. La bontà del progetto è confermata dal fatto che nel sistema Lazio è presente il 95% di microimprese.Tra le tante iniziative ricordo con piacere una recente missione in Cina, dove abbiamo portato un settore di nicchia: gli artigiani orafi. Anche questo è stato un successo. Come pure il comparto della moda a Dubai. Sempre nel Paese del dragone abbiamo aperto un “focal point”, un ponte di collegamento per le nostre imprese, presso la Peking University, il più prestigioso ateneo cinese, dove ho l’onore di presiedere la cattedra della Pace, della sicurezza e dello sviluppo internazionale presso la facoltà di Relazioni internazionali. Questa importante connessione darà buoni frutti al nostro sistema produttivo in occasione dell’attesa fiera di Shanghai.

Che cos’è nel concreto Sprint–Lazio?

Uno sportello per i servizi di internazionalizzazione. Nato dall’accordo di programma tra Regione Lazio, Ministero dello sviluppo economico e Ice. E che vede la partecipazione di Unioncamere Lazio, Sace, Simest e del sistema camerale provinciale. Questo nostro articolato “modello di intervento” ha portato benefici alle imprese, nonché risultati concreti, come: la riduzione della frammentazione eccessiva di risorse e competenze, la focalizzazione di politiche su settori e Paesi nella realizzazione di progetti mirati a gruppi d’imprese, l’attivazione di processi d’aggregazione d’imprese e l’individuazione di strumenti più idonei, nonché la razionalizzazione della spesa pubblica.

Lei è direttore del Centro Euro-Cina. Per quali ragioni, anche per le imprese, è necessario incentivare gli interscambi culturali tra Paesi?

Sicuramente per annullare le discriminazioni etniche o religiose in favore non solo della conquista di uno spazio comune di civiltà e di convivenza pacifica tra i popoli, ma anche per la realizzazione di impegni mirati a soddisfare le aspirazioni della società al benessere e al progresso.

In che modo il territorio laziale è a suo parere eccellente e in grado di attirare gli investimenti anche esteri?

Ho sempre sostenuto innanzitutto che il Lazio, con la sua collocazione bifronte tra Tirreno e Adriatico, tra Europa e Oriente, è il cuore geografico dell’Italia e dell’Europa. La nostra Regione, quale “Porta centrale del Mediterraneo”, è inoltre l’ingresso naturale dell’Asia nel Continente europeo. Questi collegamenti astratti mettono in evidenza l’esclusiva peculiarità del nostro territorio, posto “strategicamente al centro” di un’immaginaria croce tracciata da Nord a Sud, da Est a Ovest del Mediterraneo. E oggi, per la prima volta dalla scoperta dell’America, il Mediterraneo è tornato a essere lo snodo fondamentale dei flussi tra l’Europa e il Far East, nonché la “porta d’accesso” del Sud verso l’Atlantico. Questa tanto attesa rivalutazione ritaglia un ruolo importante e speciale per il Lazio.

Credits Images:

Nato in provincia di Venezia nel 1940, ma romano d’adozione, Giancarlo Elia Valori è docente universitario, manager ed economista di respiro internazionale. È stato insignito del titolo di Honorable de l’Acadèmie des Sciences de l’Institut de France e di quello di Cavaliere del lavoro