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Blauer anche in Usa. “Punto sempre al meglio”

Si chiude il cerchio per un brand sempre più globale. «Ed ora mi piacerebbe poter tornare a produrre in Italia». Parla Enzo Fusco, presidente della FGF Industry

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Nell’ambiente lo conoscono tutti e per molti è uno dei più bravi. Enzo Fusco ha fatto (parole sue) la scuola del marciapiede, iniziando come vetrinista e commesso a Torino. Nel corso del tempo però ha disegnato collezioni di ogni tipo (sportswear e pret a porter per uomo, donna e bambino, ma anche l’alta moda di Lancetti), e nel 1990 ha fondato FGF Industry, in partnership con la figlia Federica e il genero Giuseppe, con sede a Montegalda tra Padova e Vicenza, che produce e distribuisce in tutto il mondo brand come Blauer e CP Company, e fino a poco tempo fa anche Sweet Years.

Signor Fusco, ma che cos’è la Moda?È movimento irrefrenabile, fatto di ricerca e sperimentazione. Di capacità di catturare le tendenze in ogni angolo del Globo. Con un collante che tiene insieme tutto chiamato creatività.

Dicono che lei è capace di trasformare in un gesto una sdrucita divisa d’altri tempi in una marsina da sera. Come ha imparato il mestiere?Inventandomi ogni giorno dal niente, lavorando tanto con passione ed entusiasmo. Io l’ho fortemente voluto tutto questo, l’ho scelto e ho deciso di andare fino in fondo. Ho investito molto in viaggi e ricerca. Oggi ho un archivio di 40 mila pezzi presi in tutto il mondo, un vero e proprio museo che mi è costato sacrifici e che ora ha una certa importanza. Ma i risultati non sono mai definitivi, meglio mettersi sempre in discussione: la mia fortuna è che non sono mai soddisfatto di quello che faccio e punto sempre a fare meglio. Poi occorre una buona dosa di costanza, perseveranza e pazienza, doti rare oggi tra i giovani che vogliono tutto subito. In realtà le cose arrivano quando meno te le aspetti e questo è un mestiere in cui davvero non si finisce mai di imparare.

Mai sedersi sugli allori…Mai. In questo settore, appena ti rilassi sei fuori. Per restare a galla non ci si deve fermare, bisogna continuare a investire in comunicazione e in ricerca. Noi italiani abbiamo versatilità e creatività che fanno la differenza, ma abbinato a questo ci vuole molta ricerca perché gli altri non stanno a dormire.

FGF Industry

75 milioni di euro, il fatturato 2011

+19%, il trend 2011

100 milioni di euro, le previsioni per il 2012

Marchi: Blauer, CP Company, Enzo Fusco Design e BPD

Ma lei come ha cominciato?Ho iniziato a lavorare come vetrinista in un negozio di Torino. Lavoravo tantissimo e il mio obiettivo era di acquistare un paio di boutique con mia moglie. Poi il colpo di fortuna: venne a trovarmi il proprietario di Americanino, Gegé Schiena, che mi offrì di andare a lavorare con loro a Noventa Vicentina. Furono due anni difficili perché avevo la famiglia (nel frattempo era nata mia figlia Federica) a Torino che raggiungevo solo nei fine settimana. Poi ci trasferimmo tutti in Veneto e li si aprì una nuova parabola della mia carriera.

Quale?Quella del fashion designer, come si dice oggi. Negli anni ’80 ho fatto consulenze stilistiche per innumerevoli marchi, cominciando da Benetton per cui ho sistemato la linea bambino e ho cominciato ad occuparmi del denim. Ho lavorato poi per Adriano Goldshmied, fondatore del famoso Genius Group, uno dei movimenti più interessanti della moda anni ’80. E poi Fiorucci, Kenzo, Yves Saint Laurent, Versace. Mi hanno chiamato realtà come la Simit di Armani e la Best Company di Olmes Carretti. E poi nel 2000 Lancetti.

Qual è il suo punto di forza?L’essere stato dall’altra parte della barricata e aver fatto la scuola del marciapiede. Questo mi ha consentito di vedere il prodotto da tutte le angolature possibili. Una visione unica.

Lei oggi è anche presidente di FGF Industry. Come è nata l’idea di fondare questa nuova azienda?FGF nasce una ventina di anni fa come azienda di famiglia che ancora oggi coinvolge me, mia figlia Federica e mio genero Giuseppe. Dalle nostre iniziali il nome dell’azienda FGF. Mio obiettivo era produrre e distribuire direttamente le nostre creazioni e linee. Abbiamo esordito solo con collezioni per bambini, e adesso facciamo tutto. Siamo partiti con accordi di licenza con Sweet Years e Blauer, mentre mettevo a punto la mia linea Design by Enzo Fusco.

Quali marchi propone oggi FGF?Anzitutto Blauer adulto e bambino che fa il 70% del nostro fatturato. Poi dall’anno scorso abbiamo acquisito CP Company adulto e bambino. Altri due marchi di FGF sono Enzo Fusco Design e BPD (Be Proud of this Dress), il nostro nuovo marchio di piumini tascabili fourseasons molto innovativi, con piuma leggerissima, che si possono infilare anche in tasca.

Un piumino in tasca?Sì, proprio così e la soddisfazione, mista a un po’ di sana seccatura, è che ora tutti i grandi la propongono: una piuma pensata per la primavera-estate. Il nostro intento era di proporre qualcosa da portare sempre con sé (la sera, in aereo, in barca), qualcosa che si ripiegasse facilmente in borsa. Partendo dall’osservazione del capo tecnico, studiato nei minimi particolari, nei materiali e nel movimento, abbiamo tirato fuori un capo particolarissimo, leggero e facilmente ripiegabile appunto. Oggi BPD ha solo due anni di vita e cammina ormai bene. Abbiamo già i primi 200 clienti in Italia.

Quali strategia a sostegno dei marchi nei prossimi anni?La nostra strategia sui marchi si basa su investimenti continui, sull’originalità e sul giusto posizionamento prodotto-prezzo. Senza dimenticare un’attenzione costante alla comunicazione e alla distribuzione. Per sostenere CP Company, in particolare, stiamo valutando l’apertura di nuovi store a Roma, Milano e New York a completamento di un grande investimento di immagine. Aprire un negozio è un vero e proprio mestiere, bisogna saperlo fare e avere le persone giuste. Ci stiamo attrezzando.

Blauer oggi è un vero e proprio brand internazionale. Quale fu l’intuizione che le fece portare lo stile della polizia americana in Italia?Sono sempre stato amante del militare e quando ho saputo che il marchio voleva entrare nel mercato europeo lo colsi al volo. Loro cercavano qualcuno che fosse del mestiere e proponevano un marchio certamente americano, ma non di guerra. Mi sembrava che si aprisse uno spazio libero e molto interessante. E fu così. Arrivai con il prodotto giusto al momento giusto. Stiamo parlando di dieci anni fa. Impostai la prima collezione con pochi pezzi e tradussi l’immagine della polizia americana in uno stile tutto italiano fatto di linee e materiali morbidi. Puntai subito sull’originalità del prodotto e del marchio, con grande attenzione ai trend del mercato. Una mossa vincente fu l’inserimento della Collezione Donna che oggi rappresenta il 45% delle vendite. Insomma, non abbiamo perso una battuta, eravamo lì col capo giusto quando il mercato lo richiedeva, anno dopo anno aggiornandoci e reinventandoci, aggiungendo nuove tipologie di stagione in stagione dalle camicie alla maglieria. E quest’anno con Blauer raggiungeremo i 60 milioni di euro di fatturato.

E non mancano le novità per i prossimi mesi…Sì, dall’inverno prossimo cominceremo finalmente a vendere anche in Stati Uniti e Canada, ultimi tasselli che ci mancavano per una distribuzione davvero globale. Per noi è una mossa importantissima, dato che facciamo all’estero il 35% del nostro business, e vogliamo arrivare a superare il 50% entro il 2012, attraverso massicci investimenti di comunicazione e marketing. Il mercato italiano oggi ci sta stretto e i clienti italiani sono un po’ troppo volubili, s’innamorano e si disamorano con una rapidità sconcertante. Lo stesso CP vende molto meglio all’estero e, infatti, oggi nostro obiettivo è di rivitalizzare questo marchio in Italia. Grazie a una distribuzione molto più capillare l’abbiamo già portato da 70-80 clienti a 300 in due stagioni. Questa è stata la prima mossa positiva del lancio del marchio. E ora staremo a vedere il sell out.

Qual è il punto di forza delle collezioni che portate a Pitti?Per Blauer continua ad essere il Capospalla e i capi in pelle. Siamo leader in questo anche perché ogni anno proponiamo tantissima innovazione, dai materiali ai colori alle tendenze.

Ha in previsione di acquisire altri marchi dopo CP?Me ne propongono uno ogni 15 giorni. Devo dire che ci stiamo pensando e se dovrà essere sarà nel pantalone e jeans. Un ritorno alle origini per me che ho da sempre una specifica competenza nel cosiddetto sportswear, con cui si indicano un po’ impropriamente jeans e simili. Ma in ogni caso se ci sarà un’altra acquisizione dopo CP, sarà con tutta con calma. Prima voglio proporre la Donna CP per l’autunno-inverno prossimo. Se ne parla quindi tra un anno, non prima.

Quali risultati si aspetta per il 2011 di FGF?Puntiamo a 75 milioni di euro di fatturato, +19% di crescita, tolto Sweet Years e inserito CP Company. Vogliamo chiudere in cifra tonda, a 100 milioni di fatturato, entro il 2012. Nonostante questi ultimi anni difficili, nell’ultimo decennio noi abbiamo registrato una costante crescita.

Come ha reagito il consumatore alla crisi?Oggi chi ha la possibilità di spendere, acquista meno e vuole più qualità. Temo che le vie di mezzo in futuro faranno sempre più fatica. Occorre puntare sulla qualità per reggere i tempi.

Cosa auspica per il settore?A me personalmente piacerebbe poter tornare a produrre in Italia. Basterebbero semplici incentivi fiscali per far ritornare molti produttori in patria. Noi oggi produciamo già completamente in Italia la pelle, mentre per le collezioni bambino la facciamo fare ancora in India. Grazie a questa scelta registriamo una crescita costante e non abbiamo mai avuto problemi. Purtroppo però non mi sembra ci sia la volontà politica perché il settore possa permettersi di fare questo.

LE PASSIONI DI ENZO FUSCO

Musica Vasco Rossi e Biagio Antonacci

Auto Bentley

Libro L’alchimista di Paulo Coelho

Luogo Puntaldia

Piatto Spaghetti con il pomodoro fresco

Squadra Torino

Film Il gladiatore

Programma Tv Chiambretti Night

Hobby Il mio lavoro che è anche la mia più grande passione

Sport Motociclismo

Gamma completa. I bozzetti delle nuove collezioni Blauer primavera-estate 2012. Gamma completa dal Bimbo all’Uomo, passando dalla Donna, che oggi rappresenta il 45% delle vendite del marchio

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Un “Uomo-Prodotto”
Enzo Fusco è presidente di FGF Industry. Da 40 anni nel settore – si definisce ironicamente “un uomo-prodotto” – nel corso della sua carriera ha disegnato progetti di ogni tipo, dallo sportswear all’alta moda. Negli anni’80 fonda il Centro Stile Borromeo Design (www.enzofusco.it) dove nascono le collezioni per le griffe di livello internazionale e di cui ancora oggi è direttore creativo