©iStock

Trovandosi ormai alla conclusione della fase di gestione dell’emergenza Covid, le aziende europee si concedono di volgere il proprio sguardo al futuro. Gli occhi dei dipartimenti di Risorse Umane sono ora puntati verso un obiettivo comune: la tutela del proprio capitale umano. La sfida più importante per le aziende nel 2022 è infatti assicurare un buon livello di benessere sul posto di lavoro e la resilienza dei propri dipendenti.

I lavoratori scelgono il benessere

La pandemia ha avuto un impatto significativo su molti aspetti della nostra vita, compreso il modo in cui lavoriamo. Fenomeni come lo smart working, il lavoro ibrido, la digitalizzazione e la crescente importanza dello sviluppo di una coscienza sociale per le nuove generazioni hanno portato molti dipendenti a rivalutare le proprie priorità sul posto di lavoro: si attribuisce sempre più importanza al benessere, all’equilibrio tra lavoro e vita privata e alla condivisione di valori con la propria azienda (dall’inclusività alla sensibilizzazione verso il cambiamento climatico).

Ciò ha portato le aziende europee a ridisegnare i propri obiettivi a lungo termine: la scala di priorità varia in maniera significativa in base alle dimensioni dell’azienda, ma tra gli interessi principali dei reparti di risorse umane ci sono un rapporto più stretto con la forza lavoro, la fidelizzazione dei dipendenti, il loro coinvolgimento nelle dinamiche aziendali, l’attenzione verso cause condivise, l’attrazione e la formazione di nuovi talenti.

Soprattutto nelle aziende di grandi dimensioni, caratterizzate da un vasto utilizzo dello smart working e da un turnover più frequente, si cercano nuove idee per mantenere stabili i rapporti con i collaboratori più talentuosi, e attrarre nuovi dipendenti giovani e promettenti.

La certificazione Great Place to Work: una garanzia di benessere

A questo punto è lecito chiedersi: c’è un modo per assicurarsi che l’azienda per cui si lavora (o si intende lavorare) abbia a cuore i bisogni dei propri dipendenti? E c’è un modo per le aziende di documentare in via ufficiale che tra le proprie priorità c’è il benessere sul posto di lavoro?

Per essere riconosciuta ufficialmente come un ambiente lavorativo di qualità, un’azienda può richiedere la certificazione Great Place to Work.

Great Place to Work® è un brand internazionale fondato nel 1991. Il suo obiettivo è l’analisi degli ambienti di lavoro tramite la misurazione delle opinioni e dell’esperienza dei dipendenti. Tale processo viene svolto grazie alla somministrazione di un apposito questionario: tutte le valutazioni sono raccolte in maniera completamente anonima, così da non influenzare in alcun modo le risposte. Se i risultati del questionario raggiungono la soglia prevista, l'azienda certificata avrà la possibilità di essere riconosciuta come un'organizzazione che ha dimostrato di avere:

●   un ambiente di lavoro positivo, apprezzato dai dipendenti;

●   processi HR di alta qualità;

●   persone motivate con un elevato livello di engagement;

●   relazioni tra i collaboratori basate sulla fiducia;

●   grande attrattività nei confronti del mercato del lavoro e dei migliori talenti;

●   dipendenti orgogliosi dell'azienda;

●   personale produttivo, collaborativo ed attento all'innovazione.

Anche in Italia, far parte della community internazionale di aziende certificate Great Place to Work è motivo d’orgoglio per dipendenti e dirigenti, e un notevole incentivo per chi cerca ambienti lavorativi di qualità. Tra le aziende Great Place to Work del 2022 rientra anche Prestiter, realtà consolidata nel settore dei prestiti in convenzione per dipendenti e pensionati, che ha ricevuto la certificazione all’inizio di quest’anno.

L’esempio di Prestiter dimostra che soluzioni per aziende come la certificazione Great Place to Work rappresentano un positivo segnale di cambiamento nel mondo del lavoro, e un’opportunità per dipendenti e imprese di fare la differenza dimostrando di impegnarsi per la realizzazione di un futuro migliore e più sostenibile.