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Russia, i marchi «nazisti» dovranno chiedere scusa

La Duma obbliga le aziende coinvolte con il Reich a ricordarlo in spot e pubblicità: coinvolte tra le altre Coca-Cola, Siemens, Bmw e Lufthansa

La Guerra fredda forse è finita, ma la Seconda guerra mondiale è ancora in qualche modo viva in Russia a distanza di 70 anni. Così la Duma di Mosca ha proposto una legge per costringere tutte le aziende che avevano legami con il nazismo e il fascismo a segnalarlo nei loro messaggi pubblicitari nel Paese. Un altro colpo per le imprese, già limitate dalle sanzioni imposte al Paese dopo il conflitto in Ucraina.

Così come Putin aveva recentemente chiesto un risarcimento alla Germania per i danni di guerra, ora obbliga a Lufthansa, Siemens, Bmw e altri marchi di dichiarare in radio (per almeno 3 secondi), in tv (5 secondi e 7% dello spazio visuale), in pubblicità sulla stampa (per il 10% dello spazio) di aver cooperato con il regime nazista. A proporre la mozione è stato il nazionaista Alexey Zhuravlev che ha stilato la lista di brand collaborazionisti, compresi Metro Cash & Carry e Coca-Cola.

«Le corporazioni che hanno incassato capitali con il sangue dei nostri connazionali e che hanno cooperato coi regimi fascisti, dovrebbero perlomeno informare i nostri consumatori, segnalandolo sui loro prodotti», ha detto Zhuravlev in un’intervista riportata da Newsweek. «Per non dimenticare la storia c’è bisogno che la nuova generazione ricordi e sappia cosa è accaduto nel ventesimo secolo e quali delle aziende ha lavorato attivamente con il Terzo Reich, producendo prodotti velenosi, armi e aerei, che hanno danneggiato la nostra gente».

Credits Images:

In primo piano il parlamentare Alexey Zhuravlev del partito nazionalista Rodina © ZP