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Viaggio in Giappone, tra antiche tradizioni e innovazioni hi tech

A poco più di quattro anni dalle Olimpiadi 2020, il Giappone sta scalando le classifiche delle mete più ambite dai turisti di tutto il mondo, tra storia millenaria e tecnologia all’avanguardia. Se ne è avuto un assaggio con le code di Expo…

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Un mix armonioso di antiche tradizioni e innovazioni ultratecnologiche. Visioni ossimoriche costituite da grattacieli svettanti in vetro e acciaio e treni superveloci che sfruttano la levitazione magnetica e continuano a mietere primati mondiali (non da ultimo, nella leggendaria puntualità…), accanto a giardini zen paradisiaci – dove gli antichi templi offrono esperienze mistiche uniche – e castelli imperiali dalle porte imponenti e dalle massicce torri di guardia. Da un lato l’elegante e silenziosa cerimonia del tè impreziosita dal rigore delle ceramiche dipinte, dei bonsai e dell’ikebana. Dall’altro la cultura pop e “chiassosa” di anime e manga. Sono proprio questi contrasti, tra una natura al contempo delicata e generosa e un’intensa opera di industrializzazione da parte dell’uomo, che hanno sempre reso il Giappone una meta turistica tra le più sognate e, di recente, anche tra quelle maggiormente visitate.A ormai cinque anni dalla catastrofe della centrale nucleare di Fukushima, nel marzo 2011, i segnali registrati negli ultimi tempi sono più che incoraggianti nei numeri delle presenze straniere nel Paese. Nel 2015 – secondo i dati della National Japan Tourism Organization – i viaggiatori in arrivo dall’estero sono stati 19,7 milioni, quasi il 50% in più del 2014 e più del doppio rispetto al 2012. E per quest’anno il Paese è stato inserito nel ristretto gotha dei “Best in Travel” dai guru di Lonely Planet. Sarà soddisfatto il premier Shinzo Abe, il cui governo ha lavorato per stimolare il turismo attraverso la semplificazione del rilascio del visto di ingresso e l’ampliamento della gamma di prodotti in vendita nei duty free. Per quanto, allo stato attuale, sia stata la svalutazione dello yen il fattore che più di ogni altro ha richiamato flussi turistici, avvicinando anche coloro che, fino a poco tempo fa, dovevano rinunciare a fronte dei costi proibitivi. Di grande rilievo, infine, il notevole impegno dell’Ente nazionale del turismo, che ha stanziato decine di milioni di dollari per incentivare il rinnovamento delle strutture ricettive esistenti, potenziare gli uffici informativi e invitare i viaggiatori a visitare anche le località meno conosciute e distanti, dove c’è solitamente maggiore disponibilità di camere. Un lavoro pianificato in vista delle Olimpiadi 2020, quando gli arrivi provenienti dall’estero dovrebbero raggiungere – se non superare – i 30 milioni di persone.Secondo le stime iniziali, l’impatto economico dei Giochi nipponici, la seconda edizione dopo quella del 1964, raggiungerà i 3 mila miliardi di yen (circa 30 miliardi di dollari), con la creazione di 150 mila posti di lavoro. Il simbolo dell’evento sarà l’Olympic Stadium: accantonato il progetto della britannica Zaha Hadid, perché ritenuto troppo oneroso (252 miliardi di yen, oltre 2 miliardi di dollari), l’incarico sarà affidato a un’altra archistar – il giapponese Kengo Kuma – e avrà un costo più contenuto: 149 miliardi di yen, 1,2 miliardi di dollari. Ma gli investimenti del governo comprendono anche la creazione o il restyling di hotel da nababbi e alloggi pluristellati, riqualificazioni urbane, aree commerciali e un massiccio rafforzamento dei trasporti, da quelli terrestri a quelli marittimi. Qualche esempio? Nei pressi della baia di Tokyo, nel quartiere di Harumi dove sarà situato il Villaggio olimpico, si sta assistendo a un boom di grattacieli residenziali, uffici, department store e scuole. L’obiettivo è rendere questa zona il più possibile animata anche dopo i Giochi. Prosegue poi l’opera di smantellamento e totale rebuilding dell’edificio principale dell’Hotel Okura, uno degli alberghi di lusso più rappresentativi del Paese e della sua capitale. Quella che era considerata una perfetta sintesi di legno, paraventi di carta e luci pendenti, sarà sostituita da una torre di vetro postmoderna di 38 piani che, oltre ad offrire nuove camere, ospiterà al suo interno anche locali per il business, musei e altri luoghi di richiamo. Un’ondata di trasformazioni, insomma, che non imprimerà solo una spinta propulsiva al pil del Paese, ma potrebbe presentare valide opportunità per intraprendenti investitori, anche di casa nostra.

L’ambasciata giapponese a Roma lancia numerose iniziative per commemorare i 150 anni dalle prime amicizie tra l’Italia e il Sol Levante. Al Palazzo Reale di Milano, tra settembre e gennaio, saranno in mostra le opere di grandi artisti asiatici, come la grande onda e la serie di 36 vedute del Monte Fuji di Hokusai. A Roma fra giugno e settembre si potranno ammirare gli scatti di Domon Ken, maestro del japanese realism. A maggio, il Colosseo sarà illuminato dai giochi di luci di Motoko Ishii e Akari Lisa Ishii. E la Biennale di Venezia ospiterà l’allestimento d’autore curato dal professor Yoshiyuki Yamana.

Se anche voi iniziate a sentire il richiamo irresistibile del Sol Levante, ecco alcune mete imperdibili per avventurarsi nella nazione asiatica che continua a collezionare riconoscimenti prestigiosi uno dietro l’altro, a iniziare dall’inserimento nelle mete consigliate per quest’anno dalla Lonely Planet. Lo sapevate, per esempio, che nel 2012 la cucina nipponica – un trionfo di riso, sushi, verdure e alghe – è stata inserita tra i Patrimoni dell’umanità dell’Unesco? E che il whisky Yamazaki ha scalzato quelli scozzesi nelle classifiche mondiali? Più facile che vi ricordiate la Medaglia d’Oro per il Japan Pavilion a Expo 2015: il più bello tra i padiglioni, nonché quello più “sudato” con code chilometriche e attese infinite anche sotto un sole cocente. Nei suoi oltre 3 mila chilometri di estensione territoriale, coperta soprattutto da isole di origine vulcanica, il Giappone presenta un’infinita varietà di paesaggi e di bellezze architettoniche da scoprire e ammirare. Per calarsi in pieno nello spirito saggio di questo popolo, basterà che iniziate ad accarezzare l’idea grazie ad alcune semplici informazioni turistiche. Perché, come insegnano alcuni proverbi locali, «anche un viaggio di mille leghe comincia con un passo».

PARADISO HI TECHLa tentacolare Tokyo ospita un quarto della popolazione giapponese, 35 milioni di abitanti che vivono nella sua gigantesca area metropolitana. Il Palazzo imperiale, che una volta era il Castello di Edo, è ancora protetto dai profondi fossati. Splendide porte e antiche torri di guardia punteggiano le mura a intervalli regolari. Il Nijubashi, un elegante ponte a due archi, conduce all’ingresso principale, aperto al pubblico in alcune occasioni. Il Giardino orientale (Higashi Gyoen), una volta occupato dal mastio originale, è la sola parte accessibile al pubblico. Il Marunouchi Building, più comunemente soprannominato “Maru Biru”, domina l’uscita della stazione di Tokyo e si affaccia sul quartiere di Marunouchi.Costruito nel 1923, l’edificio ha riaperto nel settembre 2002: su 36 piani offre un complesso di ristoranti, negozi e uffici. Dieci minuti appena a piedi, e vi ritroverete a Ginza, famosa per la classe dei suoi negozi e per le luci multicolori delle insegne al neon. Dirigendovi poi verso lo spazioso quartiere di Ueno, vi attende il parco omonimo: è il più grande della capitale ed è disseminato di numerosi musei di diverso tipo. Tra fine marzo e i primi di aprile – il periodo ideale per visitare il Giappone – questo giardino, come gli altri dell’isola, si trasforma in un incanto di rosa pallido e tenui profumi primaverili: quelli dei ciliegi in fiore (sakura). È, infatti, il momento dell’hanami (letteralmente “ammirare i fiori”), un’usanza che coinvolge tutti i giapponesi che si dedicano a celebrare questo spettacolo con picnic, feste ed escursioni.Se lo desiderate, il tuffo nel passato ancestrale della capitale nipponica può prendere le mosse da Asakusa, dove le varie strade isolate e strette sono costellate di vecchie case e botteghe che vendono oggetti tradizionali, dai kimono ai pettini artigianali.Per i più modaioli e amanti della movida, invece, a Ovest c’è Shinjuku, trendy e glamour, che alterna bar popolari e discoteche rumorose a department store e negozi sofisticati. Shibuya, molto frequentato soprattutto dai giovani, è il fulcro dove si concentrano tutte le ultime innovazioni hi tech. Altri punti nevralgici sono il complesso di Odaiba, con grandi magazzini sempre in fermento, e il parco divertimenti di Joypolis, con la ruota panoramica più alta del mondo, che regala una vista magica al calar della sera.

LA CULLA DELL’ARTEIl treno superveloce Shinkansen collega in due ore e 40 minuti Tokyo a Kyoto, altro centro nevralgico che si trova a un’ora e 15 minuti dall’aeroporto internazionale del Kansai, vicino Osaka. Kyoto è stata la capitale del Giappone per più di un migliaio di anni ed è considerata storicamente il luogo principe per quanto riguarda religione e letteratura, arte e cultura, fucina di espressioni e creazioni di rara bellezza. Nel centro della città si erge il Palazzo imperiale, architettonicamente la quintessenza della semplicità. Nei pressi si trova il castello di Nijo, ben più sontuoso, un tempo residenza dello shogun Tokugawa Ieyasu in occasione delle sue rare visite in città. A Gion Corner, si possono riscoprire il teatro e le arti tradizionali. Il Tempio di Sanjusangendo si distingue per le 1.001 statue d’oro ligneo di Kannon, la dea della misericordia. Quello di Kiyomizu è famoso per la sua spettacolare struttura su palafitte di legno, mentre quello di Ginkaku-ji deve la sua fama sia all’architettura affascinante sia ai giardini minimalisti.A ovest di Kyoto, si trovano i Templi di Kinkaku-ji e di Ryoanji, mete turistiche molto gettonate. Il primo è detto il Padiglione d’oro” per la pagoda ricoperta di lamina dorata. Il secondo, invece, è noto per l’essenzialità del giardino, fatto di rocce e sabbia bianca. Se intendete visitare le Ville Imperiali di Katsura e Shugakuin, ricordatevi che occorre chiedere per tempo un permesso da parte dell’Agenzia della Casa imperiale: ottenerlo può richiedere più di una settimana.

TRA LE LANTERNEA 42 km a Sud di Kyoto, nell’isola di Honshu, è situata Nara, a sua volta capitale del Giappone dal 710 dal 784. Nel cosiddetto “Parco delle dame”, sono ospitati ospita circa 1.200 cervi in semi-libertà. I più importanti monumenti storici della città si trovano all’interno e nei pressi di quest’area: dal Tempio di Kofukuji, edificato nel 710, al Museo nazionale, che conserva un’importante collezione di arte buddista, fino al Todai-ji Temple, che ospita il Grande Buddha. Il Daibutsu-den, in cui è contenuta la statua di bronzo, è la costruzione in legno più grande del mondo. Il Santuario Kasuga, realizzato nel 768, è uno dei più famosi siti shintoisti del Giappone, caratterizzato da edifici laccati di rosso vermiglio che spiccano per contrasto sulla rigogliosa vegetazione circostante. Sono 1.800 le lanterne in pietra che illuminano la cinta muraria del santuario, oltre a un migliaio di lanterne in metallo appese sui cornicioni dei corridoi. Da non perdere, infine, il Tempio di Horyuji, a 45 minuti dalla stazione ferroviaria di Nara, il luogo di culto più antico del Paese (607 d.C.), costituito da una quarantina di edifici e, secondo molti, la più antica struttura lignea esistente al mondo.

Simile a un rito religioso, il Chanoyu (l’arte del tè) rappresenta una perfetta sintesi degli aspetti fondamentali della cultura giapponese. Per preparare la cerimonia del tè, si deve studiare il Sado, che letteralmente significa “la via del tè”. Tale disciplina è incentrata sulla costante ricerca della semplificazione, tipica dello zen. Ci sono regole ben precise da seguire. Per esempio, si deve camminare strisciando leggermente i piedi e guardando due o tre passi avanti con la schiena ben eretta. Quando ci si alza, occorre tenere le mani appoggiate sulle ginocchia, sollevare i talloni a piedi uniti e mettersi in piedi lentamente con il busto eretto. Prima di bere il tè, l’invitato si rivolge agli ospiti accanto con un inchino e chiede il permesso di consumare la bevanda prima di loro.

SAMURAI E GEISHEUn viaggio indietro all’età feudale, invece, è quello che regala Kanazawa, con le sue abitazioni signorili, gli antichi quartieri del piacere, il castello e il giardino Kenrokuen. Quest’ultimo, letteralmente “Giardino dei sei elementi combinati”, deve il suo nome alle sue sei qualità: immensità, solennità, accurata progettazione, venerabilità, freschezza (per i corsi d’acqua che lo attraversano) e paesaggi da favola. È d’obbligo una visita al Santuario di Oyama, costruito nel 1599 in onore del primo signore Maeda. La sua Porta Shinmon, a tre livelli in stile olandese e con vetrate nella parte superiore, ne fa un’opera di grande rilievo.A Nagamachi, alcune delle antiche residenze dei samurai hanno conservato l’atmosfera di quell’epoca e sono accessibili al pubblico: unico nel suo genere, questo quartiere cela dimore di lusso nelle sue stradine acciottolate, fiancheggiate da muri in misto di fango. La visita alla residenza Nomura consente di immergersi nello stile di vita dei signori del Giappone tradizionale. L’antica zona di Higashi Chaya-machi, punteggiata da case di geisha con finestre in listelli di legno e grandi porte, ha serbato intatta la sua atmosfera da “Red Light District”: Casa di Shima, per esempio, perfettamente conservata, è aperta al pubblico e può offrire spettacoli di musica dal vivo e di danza tradizionale. Nel museo Nagamachi Yuzen kan potrete scoprire i segreti della tintura dei kimono di seta secondo la tecnica Yuzen, fra le più rinomate in Giappone. C’è anche l’opportunità di partecipare a un vero laboratorio e di farsi fotografare con la tradizionale veste addosso.Kanazawa è anche un vero e proprio scrigno dell’artigianato artistico: troverete le pregiate vesti Kaga-Yuzen, le ceramiche di Kutani e Ohi e quelle in stile Suzu e le lacche Wajima-nuri, trattate sia in foglia che in polvere d’oro. All’aura raffinata che avvolge la città contribuiscono anche gli spettacoli teatrali di No, forma di teatro sorta in Giappone nel XIV secolo, piuttosto elevata, caratterizzata da un ritmo molto lento e dall’uso di maschere.

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