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Lifestyle

Piccoli colpi di genio

Dalla zip al post-it, dal cavatappi alla lampadina. La mostra itinerante Hidden Heroes (ora a Londra) celebra minuscoli capolavori di design che hanno cambiato la nostra quotidianità

Non sono novità assolute. Anzi, li utilizziamo quotidianamente. Non sono particolarmente costosi. Anzi, spesso possiamo averli per pochi centesimi. Non hanno un design elaborato e tanto meno sono difficili da utilizzare. Anzi. Per questo, anche se fanno parte delle nostre vite, quasi non ci facciamo caso. Eppure questi oggetti apparentemente comuni sono veramente ingegnosi: forma e scopo sono in essi così ben combinati, nella loro semplicità, da renderli “immortali”, o quanto meno molto più durevoli delle moderne e sofisticate tecnologie che ci affascinano tanto. Per celebrare tali piccoli, minuscoli, capolavori, il Vitra Design Museum, in collaborazione con Hi-Cone, ha ideato la mostra Hidden Heroes – The genius of everyday things, che, nel suo giro intorno al mondo, è approdata (fino al 5 giugno 2012) al Museo delle Scienze di Londra, a settembre 2012 viaggerà fino al MIT museum a Cambridge (Usa), e poi proseguirà il suo tour per altri quattro o cinque anni (non è escluso, quindi, che finisca per raggiungere anche il nostro Paese). Per una volta 36 di questi “Eroi nascosti” hanno il loro momento di celebrità. Presentati accanto a schizzi originali e disegni dei loro inventori, brevetti e pubblicità d’altri tempi, raccontano la loro storia, dall’idea all’oggetto finale, fino alla sua affermazione nell’uso quotidiano. Se, infatti, si tratta di oggetti semplici da utilizzare, inventarli non è stato altrettanto intuitivo, ma ha spesso richiesto diversi tentativi o, addirittura, qualche imprevisto. È il caso dei post-it. Tutto iniziò con un esperimento fallito: alla fine degli anni ’60 Spencer Silver, scienziato della 3M, era al lavoro per creare una colla fortissima, mentre se ne ritrovò tra le mani una molto debole, che univa le cose tra loro, ma permetteva di separarle facilmente. Qualche anno dopo Arthur Fry, un collega, irritato perché il suo segnalibro continuava a cadere durante le prove del coro, pensò di utilizzare quell’adesivo per creare etichette temporanee. Ecco inventato il post-it, poi introdotto sul mercato nel 1980. Fu invece presumibilmente una coincidenza l’invenzione delle bustine da tè: all’inizio del XX secolo il commerciante americano Thomas Sullivan imbarcò campioni del suo tè in piccoli pacchetti di seta. Leggenda vuole che alcuni suoi clienti abbiano immerso in acqua calda uno di questi pacchetti per testarne la qualità. Quel che è certo è che nel 1913 due imprenditori tedeschi, Eugene Nissle e Rudolf Anders, hanno poi registrato il nome “Teefix” come marchio di produzione di bustine da tè in mussola. La versione in fibra di carta non si diffuse che dopo gli anni ’30, quando divenne possibile sigillarle con il calore. Unica donna tra i geni nascosti celebrati dalla mostra, la casalinga di Dresda Melitta Bentz, che nel 1908 inventò il filtro per la macchina da caffè, utilizzando un bicchiere di metallo forato e foderato di carta assorbente. Da allora ci vollero altri 30 anni perché l’idea si evolvesse fino a raggiungere la forma oggi nota a tutti. Tra gli inventori ricordati c’è anche un italiano, Mario Maccaferri, che a metà del XX secolo introdusse la versione in plastica delle mollette da bucato, il cui prototipo, almeno per quanto concerne la versione moderna, fu inventato nel 1853 dallo statunitense David M. Smith.E come non citare la lampadina, divenuta simbolo stesso della nascita di un’idea? La sua invenzione è attribuita a Thomas Alva Edison (1878), anche se l’inglese Sir Joseph Wilson Swan ne sviluppò indipendentemente un suo modello nello stesso periodo, cosicché i due, almeno in Gran Bretagna, dovettero unire i loro interessi nella società Ediswan.

Ogni oggetto ha la sua storia, più o meno curiosa, come la carta da imballo “a bolle”, che i bambini amano tanto far scoppiare, probabilmente ispirata dalla vista di un aeroplano in atterraggio, o il cibo in scatola, inventato per soddisfare l’esigenza di Napoleone di avere cibo ben conservato per le sue truppe, o ancora le stampelle, nate per la mancanza di spazio su un comune attaccapanni. E poi, ancora, il codice a barre, che ha rivoluzionato il commercio internazionale, i bottoni a clip, il velcro e la celebre zip, il cartone per le uova, le scatole in tetrapak e il cavatappi, per non parlare dell’ombrello, del ciuccio e del preservativo. Tutte creazioni estremamente semplici, realizzate con uno o due materiali al massimo, ma così ingegnose da essere divenute quasi indispensabili.

www.hidden-heroes.netwww.sciencemuseum.org.uk

UN GIOCO DA RAGAZZI MA NON SOLO

“EROI NASCOSTI” A SCUOLA E IN UFFICIO

Tra gli Hidden Heroes molti appartengono al mondo della “cancelleria” e hanno contribuito a rivoluzionare la vita lavorativa e scolastica. Oltre al già menzionato post-it, si può citare il classificatore ad anelli, ancora oggi considerato la quint’essenza del lavoro d’ufficio, nonostante l’arrivo dei computer abbia di molto ridotto le necessità di archiviazione dei documenti in forma cartacea. Poi c’è la matita, una delle invenzioni più antiche: risale al XVI secolo, quando un deposito di grafite venne scoperto nel Cumberland, nel nord dell’Inghilterra. Per lungo tempo si pensò che si trattasse di piombo grezzo, fino a quando, nel 1779, si scoprì che in realtà era carbone. E se le graffette risalgono alla fine del XIX secolo, il brevetto del primo elastico immesso sul mercato è datato 17 marzo 1845, mentre lo scotch fu inventato quasi simultaneamente in Usa e Germania: nel 1930 Richard Drew sviluppò il primo nastro adesivo trasparente per la 3M, lo Scotch Tape, e solo pochi anni dopo Beiersdorf introdusse un prodotto simile chiamandolo Tesa. Infine, non poteva certo mancare la mitica penna biro. Pochi al giorno d’oggi sono consapevoli di quanti ingegneri si sono impegnati per risolvere il problema di ottenere un giusto e uniforme getto di inchiostro prima che l’ungherese Làszló Jószef Bíro trovasse una soluzione soddisfacente (1938-1943).

Credits Images:

La mostra Hidden Heroes – The genius of everyday things fino al 5 giugno 2012 sarà ospitata dal Museo delle Scienze di Londra