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Lifestyle

Il turismo di lusso non conosce crisi

La quota del settore luxury è arrivata a superare quota 12% nel 2013, un quinto degli ospiti sono stranieri. La carta vincente sono i servizi personalizzati

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Il turismo di lusso non conosce crisi. A dirlo il report Viaggio nel Turismo di Lusso Made in Italy di Think with Bit, Osservatorio di Bit 2015. La vera novità di un settore in crescita è una nuova concezione di viaggio, non più inteso come destinazione ma sempre più come esperienza. Non servono beni o servizi costosi, ma sono più importanti offerte personalizzate e l’occasione di fare esperienza uniche. Non alla portata di tutti, ma quasi. Perché esistono tre livelli di offerta: extraluxury tourism (0,5% del mercato totale), intermediate luxury tourism (3,3%) e l’accessible luxury che rappresenta il 15,2%.

VENDERE FACILE. Nel 2009, il turismo luxury rappresentava il 10,5% del mercato, aumentato al 12,2% del totale (medium high-level 35,8 per cento, medium low 34,1 per cento). Percentuali che cambiano guardando agli stranieri: un quinto degli ospiti di alta gamma arrivano all’estero (20,8%). «Noi ci posizioniamo un po’ a tutti i livelli, e devo dire che si fa meno fatica a vendere il lusso. I nostri clienti cercano perlopiù l’esperienza speciale, la storia irripetibile», è la testimonianza di Margherita De Angeli, direttore operativo di Terme e Grandi Alberghi Sirmione a Pambianconews, «dal 2000 al 2012 in Italia c’è stato un incremento del 200% del numero degli alberghi a 5 stelle».

FASCINO ITALIANO. L’Europa è proprio la regione più ricercata per le vacanze dei milionari (35 milioni nel mondo nel 2014)L e non sorprende che l’Italia sia la destinazione preferita con il 24% dei voti: «Il fascino del Belpaese rappresenta da sempre una grande attrattiva», conferma Valeriano Antonioli, Ceo di Lungarno Collection, «ogni viaggiatore ha come sogno nel cassetto quello di visitarlo, a partire da Roma, Firenze e Venezia». Secondo Think with Bit, i mercati di origine del turismo luxury verso l’Italia sono principalmente Usa, Brics e Paesi del Golfo, ma anche i tradizionali mercati europei e in particolare la Germania. I turisti luxury esteri pesano molto sul egmento medium (38,4% contro 30% degli italiani) e accessible (20,6% a 9,9%), mentre gli italiani prevalgono nel segmento medium low (40,5% contro 26,1%).

CRESCERE SEMPRE. Negli ultimi dieci anni le presenze medie sui dodici mesi negli hotel 5 stelle sono cresciute a dispetto della crisi: +3,4% contro l’1% della media totale. In crescita gli stranieri alto di gamma come detto (+4,7%, contro il 2,6% sul totale dell’offerta alberghiera) e segnali di vita anche dai nostri connazionali (+0,8%) che in totale invece hanno leggermente calato le loro presenze (-0,4%). Nei prossimi cinque anni ci si attende un’ulteriore crescita: da 0,5% a 0,6% l’extra luxury, da 15,2% a 17,1% il medium high e da 34,1% a 35,2% il medium low. “