
«Il mare è come la vita. Ha profondità abissali e superfici calme, ha voci diverse, a volte rasserenanti, altre volte inquietanti. Nella sua profondità vivono i mostri e le sirene che con le loro improvvise apparizioni rappresentano l’allegoria della vita piena di tentazioni e paure». Questa immensa varietà ben descritta da Romano Battaglia nel suo Sabbia si può ritrovare, sirene comprese (e con questo intendiamo lamantini, ossia i mammiferi che hanno ispirato la leggenda), concentrata in un unico benché enorme spazio, proprio nel nostro Paese: l’Acquario di Genova. Con il suo percorso espositivo da oltre 70 ambienti, raccoglie circa 12 mila esemplari di 400 specie. Squali e meduse, murene e pinguini, coralli e delfini, foche e coloratissimi pesci tropicali si susseguono una vasca dopo l’altra, aprendo ai visitatori una finestra sulla fauna acquatica con pochissimi eguali a livello europeo se non mondiale.
Acquario di Genova: più di un’attrazione
Costruito ormai più di 25 anni fa, in occasione di Expo ’92, celebrazione del quinto centenario della scoperta del Nuovo Mondo da parte di Cristoforo Colombo, con l’intenzione di ristrutturare e valorizzare l’area del Porto Antico di Genova, oggi vanta una media di oltre 1,2 milioni di visitatori l’anno e si inserisce in un sistema integrato che lo collega alle altre strutture gestite da Costa Edutainment nel capoluogo ligure, dal Galata Museo del Mare alla Biosfera, fino all’ascensore panoramico Bigo e il Museo Nazionale dell’Antartide. Numeri che ne fanno un polo d’attrazione di primaria importanza per la città, anche dal punto di vista economico, come ha confermato ormai dieci anni fa una ricerca condotta dal Cerist per Confindustria, secondo la quale l’indotto creato dall’acquario era pari a 141,6 milioni di euro. Ma al di là del pur sempre importante “vil denaro”, non va dimenticato il lavoro svolto dalla struttura, che si è posta come missione quella di «informare e sensibilizzare il pubblico alla conservazione, la gestione e l’uso sostenibile degli ambienti acquatici per promuovere comportamenti positivi e responsabili». Missione che si concretizza nelle attività di ricerca scientifica e di salvaguardia delle specie a rischio – per esempio i già citati lamantini, che hanno allietato la struttura con due nascite negli ultimi tre anni – ma soprattutto nella trasmissione di importanti messaggi per la tutela e la valorizzazione dell’ambiente attraverso il coinvolgimento dei visitatori. È proprio in quest’ottica che l’Acquario e la sua offerta si sono notevolmente evolute in questi anni. Nuove vasche e specie hanno fatto il loro ingresso dal ’92 a oggi, tanto che le prime sono quasi raddoppiate.
Rientra in questo impegno continuo l’apertura del Padiglione Cetacei, progettato da Renzo Piano Building Workshop e inaugurato nel 2013, certamente il più grande debutto che abbia interessato la struttura dalla sua apertura. Quattro vasche a cielo aperto che ospitano un nucleo sociale di tursiopi, ossia delfini costieri, da ammirare sia dalla superficie, come se li si avvistasse in mare aperto, sia sott’acqua, grazie a una vetrata lunga 24 metri e un suggestivo tunnel subacqueo lungo circa 15.
E se inaugurazioni di questa portata non possono, ovviamente, essere all’ordine del giorno, non manca l’impegno per offrire una proposta didattica sempre più coinvolgente e variegata. Accanto alle vasche e alla visita “classica”, non mancano proposte che sfruttano le nuove tecnologie – come la Sala degli abissi, spazio dedicato alla realtà virtuale, che per tre minuti consente di vivere l’esperienza di una vera e propria immersione – o semplicemente pensate per sperimentare in modo diverso l’acquario: dalla Notte con gli squali dedicata ai ragazzi dai 7 ai 12 anni, a percorsi speciali come A tu per tu con i pinguini, Dietro le quinte e Apri l’acquario con noi, fino a cene emozionali In fondo al mare, per godere di un menù da chef in una location davvero unica nel suo genere. Siete pronti a immergervi “nel blu dipinto di blu”? Non resta che scaricare la app gratuita per organizzare il viaggio e poi, una volta sul posto, ricevere speciali contenuti di approfondimento.