
Francesco Zanotto, presidente del Golf Club Padova
Presidente, come vede il 2015?
Anche il golf in quanto impresa turistico- sportiva sta ancora attraversando momenti di difficoltà. Come Golf Club Padova abbiamo affrontato una flessione modesta, inferiore all’andamento rilevato a livello nazionale. Ciò non toglie che abbiamo lavorato per raggiungere la massima efficienza, per garantirci di evitare qualsiasi problema a livello di risultati economico-finanziari.
Quali iniziative avete intrapreso per dare continuità alle buone performance?
Le nostre strategie si muovono su alcune direttrici. Innanzitutto mantenere l’obiettivo di essere un circolo di livello elevato, in cui è centrale la qualità dei servizi. La struttura deve risultare sempre in ordine, in ogni sua componente. Poi, puntiamo molto sui giovani, i soci di domani. Abbiamo 50 anni di storia, festeggiati lo scorso anno, in cui le famiglie hanno sempre costituito il modo tipico di essere soci. Investire sui giovani significa anche didattica e professionalità dei tecnici unite a nuove tecnologie per studiare e apprendere il golf. I nostri atleti, sempre presenti nelle rappresentative con casi di vera eccellenza, confermano che investimenti e sforzi, tra cui il nuovo staff tecnico (i maestri Sintich e Senoner, pro di levatura nazionale) stanno pagando. Infine, molta attenzione è posta sui seniores, per il loro contributo alla vita sociale e anche dal punto di vista agonistico.
E parlando un po’ di numeri?
Nel nostro conto economico le quote giocano il ruolo più importante con circa l’80% delle entrate e il restante 20% proveniente da gare e green fee. Da sottolineare i numeri di questi ultimi, circa 8- 9 mila all’anno, di cui il 90% stranieri, a conferma dell’importanza per noi di essere un circolo cui molti golfisti apprezzano fare visita. I servizi sono esternalizzati per delegare a professionisti queste attività, tra cui la foresteria che fornisce positivi riflessi sui green fee.
Golf e turismo, obiettivo o realtà?
La componente naturalistica è uno dei nostri fiori all’occhiello, di grande impatto per chi ci viene a visitare e conoscere, cui prestiamo particolare cura e attenzione per dare sostanza da ogni punto di vista alla nostra offerta. Ad Igtm di Villa Erba, poi, ci siamo presentati in modo integrato (Veneto Hills Golf & Spa) con i golf Frassanellle e Montecchia e le strutture ricettive e alberghiere di Abano Montegrotto Terme, per fornire una protecniposta in grado di attrarre e soddisfare chi, viaggiando, sceglie mete e destinazioni non solo per uno o più giri di golf su più percorsi, ma anche per godere ad esempio delle bellezze di una regione come la nostra. Abbiamo l’obiettivo di strutturare meglio anche l’azione di presentazione della nostra offerta: se i green fee cui abbiamo accennato sono frutto della notorietà del nostro golf club, per crescere è necessaria un’azione sistemica. Ecco, il concetto di sistema è quello che, benché se ne parli, manca ancora al golf italiano.
Come valutate le “promozioni” per attrarre nuovi soci? Nella nostra zona vi è coordinamento con altri circoli per le iniziative turistiche, ma non in fatto di gestione. In termini di azioni promozionali, nel corso degli anni riserviamo attenzione in particolare ai giovani. Per esempio, prevediamo 200 euro di quota fino ai 16 anni. Per gli atleti fino all’età scolare e per i nazionali, l’investimento è anche in termini di didattica e formazione con 600 ore all’anno gratuite.
Il golf italiano tra difficoltà e futuro.
In questi anni la Federazione ha adottato una politica che definirei low profile (tipo Usa e altri Paesi europei) per ampliare la base, ma compensare quote che vengono meno con green fee, su cui non si può fare affidamento stabile, può richiedere molto tempo. I circoli si devono, e lo fanno, rimboccare le maniche. Chi può aspirare all’eccellenza ne uscirà. Per quanto ci riguarda, non temiamo le difficoltà, sappiamo come reagire e cosa fare, mantenendo chiari gli obiettivi: attenzione ai servizi e investimento sui giovani e sul turismo.