Connettiti con noi

Lifestyle

Il giro del mondo in pallone

Tratto dal volume “I palloni volanti” di Marco Majrani, Hoepli editore 2008

architecture-alternativo

«Nel marzo del 1999, l’uomo ha coronato l’ultimo sogno che gli mancava, compiendo per la prima volta il giro del mondo in pallone senza scalo. La mattina del 1° marzo 1999, approfittando di una favorevole “finestra” meteorologica, il Breitling Orbiter III decollava maestosamente da Château d’Oex, esattamente dal campo dove ogni anno dal 1979 si tiene un grande raduno di mongolfiere, ben noto a tutti gli appassionati. L’enorme pallone d’argento, un Cameron Rozier R 650 a doppia camera (gas elio e aria calda) con un volume totale di 18.500 mc, alto 54 m, come la Torre di Pisa, del peso totale di 8.164 kg, con capsula pressurizzata, era dotato di riserve di ossigeno e di 32 serbatoi di propano da 99 kg ciascuno. L’equipaggiamento era completato da una serie di bruciatori Stealth, progettati e costruiti dal pilota italiano Paolo Bonanno e con un gruppo di pannelli solari appesi esternamente, in grado di alimentare anche uno scaldabagno da 12 volts. A bordo, Bertrand Piccard, di professione psichiatra, nipote di Auguste, l’uomo che per primo nel 1931 raggiunse la stratosfera a bordo di un pallone, e Brian Jones, ingegnere, già pilota della Royal Air Force. Il 21 marzo 1999, dopo 19 giorni, 21 ore e 55 minuti di volo senza scalo e dopo aver percorso circa 46.000 km totali, il Breitling Orbiter è atterrato perfettamente e dolcemente in un’area militare inaccessibile per via terrestre, situata nel deserto egiziano una settantina di chilometri a nord di Mut, villaggio dell’oasi di Dakhla e antico avamposto romano del Primo Secolo d.C., 484 chilometri a sud-ovest del Cairo. Nell’assoluta solitudine e nel silenzio, quasi fossero atterrati sulla luna, Piccard e Jones poterono così tornare a calpestare il terreno, due uomini soli nel deserto, dopo aver conquistato l’ultimo record dell’aviazione. Forse anche suggestionati dalla situazione, inviarono a Ginevra il messaggio “L’Aquila è atterrata”, come gli astronauti dell’Apollo nel momento in cuiil Lem si posò sul suolo del nostro satellite, trent’anni prima».