Dal green alla libreria, Edoardo Molinari racconta le sue 18 buche

«Non ricordo la prima volta che ho preso in mano una mazza da golf. Deve essere stato quando avevo quattro o cinque anni. Probabilmente mi sarò chiesto cosa ci facevo con quell’attrezzo, di sicuro più grande di me. Per usare una frase a effetto potrei dire che è stato amore a prima vista». Questo l’inizio di 18 buche. La mia vita sul campo da golf, l’autobiografia di Edoardo Molinari. 168 pagine, scritte a quattro mani con Carlo Bordone, nel quale il golfista torinese si racconta. Dai primi colpi alla pallina fino ai tappeti verdi più celebri del mondo, spesso in compagnia del fratello Francesco. Un libro che ripercorre le vittorie di Edoardo: dal campionato US Amateur del 2005 alla Coppa del Mondo vinta all’Omega Mission Hills World Cup in Cina, fino al trionfo alla Ryder Cup nel 2010; ma non solo. Spazio anche alla dimensione quotidiana del campione: i viaggi lunghissimi, le settimane e i mesi lontano da casa, tutti quegli attimi e quelle fasi per giungere al momento nel quale finalmente tutto è silenzio, la pallina è pronta sul tee e il campo rimane sospeso.