La parola a Mario Scarzella, presidente della Fitarco
Molto onore, ma poca visibilità per una disciplina piena di risvolti umani forse prima ancora che atletici. Mario Scarzella, presidente della Fitarco, nonché vice presidente Vicario World Archery e presidente World Archery Europe ci spiega il perché.
Il tiro con l’arco sembrerebbe la Cenerentola dello sport italiano, nonostante i risultati. Cosa manca ancora?
Paga pegno per il fatto che è uno sport individuale. Come Fitarco abbiamo cercato di renderlo più mediatico, cambiando le regole, in modo che alle finali ci siano due atleti in piazzola e si percepisca l’emozione della sfida. È stato importante, perché ci ha garantito un maggior interesse del pubblico, e quindi anche del Cio, che ha spostato il tiro con l’arco nella fascia delle discipline stabili, per così dire. I Giochi Paralimpici invece hanno sempre maggior attenzione da parte dei media, ma molto dipende da personaggi particolarmente carismatici com’è stata Bebe Vio per la scherma o Alex Zanardi per il ciclismo. Noi, come Fitarco però produciamo le riprese delle competizioni qui e all’estero, e le distribuiamo sia sul canale youtube Youarco che in esclusiva alla Rai.
Come si prospetta il futuro dell’arcieria italiana rispetto al panorama internazionale?
Negli ultimi anni si è molto ampliata la platea delle nazioni che si iscrivono alle gare. Quando ho iniziato a fare il presidente erano 86, oggi sono 186, questo rende sempre più difficile conquistare medaglie. Vincere o perdere è questione di pochissimo, a Londra 2012 abbiamo vinto per mezzo millimetro. La nazione più forte al mondo oggi è la Corea, per loro il tiro con l’arco è come da noi la Serie A di Calcio. Fitarco è una federazione di medie dimensioni, contiamo 25 mila soci, 500 società e 2000 addetti, ma ci stiamo muovendo al meglio delle nostre possibilità. Abbiamo un’accademia a Pinerolo, in cui ospitiamo 10 promesse scelte dalle classifiche nazionali. Sono ragazzi che vanno a scuola come gli altri, ma aggiungono allenamenti ogni giorno. Inoltre, abbiamo varato un progetto speciale con le scuole, attivo per ora in Puglia e in Emilia, in collaborazione con il ministero, per iniziare al tiro con l’arco gli allievi. Noi forniamo tutte le attrezzature e gli istruttori, abbiamo già investito 50 mila euro, perché crediamo che questa disciplina possa appassionare e formare i campioni di domani.