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Dieselgate, Volkswagen indagata (anche) per evasione fiscale

A muovere l’accusa è la procura tedesca, che ha aperto una indagine ad hoc, in aggiunta a quella già esistente per i test truccati sulle emissioni inquinanti: i bolli pagati dagli automobilisti erano troppo bassi. Due miliardi da restituire

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Una nuova polemica si abbatte sulla Volkswagen. Dopo lo scandalo dei test truccati, la casa automobilistica si trova ad affrontare un’accusa di evasione fiscale. A muoverla è il procuratore tedesco della Repubblica di Braunschweig, Klaus Ziehe: nell’indagine sarebbero coinvolte cinque persone, provenienti dalla sfera Volkswagen. Stando a quanto ricostruito da Bloomberg, la frode sarebbe comunque connessa ai test truccati. Essendo infatti le tasse di circolazione tedesche calcolate sulle emissioni di CO2, tutti i proprietari della auto inquinanti avrebbero pagato meno del dovuto. Secondo la procura tedesca, spetterebbe però alla casa automobilistica versare la differenza mancante: qualcosa come 2 miliardi di euro totali, secondo le indiscrezioni stampa.

NIENTE RIMBORSI PER L’ITALIA. Nel frattempo fa discutere la decisione di non estendere il rimborso per la auto truccate anche ai proprietari europei. Stando a quanto riferito da portavoce tedesco ad Automotive News, solo gli americani ne beneficeranno in quanto si erano fatti carico di una scelta controcorrente: oltreoceano il diesel è poco diffuso e ha alti costi di manutenzione e gestione. In Europa invece il diesel sarebbe una realtà più diffusa ed economica.