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Perquisizioni in Renault: ipotesi di un nuovo Dieselgate

Il costruttore francese precisa che non è stato trovato niente di irregolare, ma il titolo crolla in Borsa del -20%

Lo spettro del Dieselgate torna ad abbattersi sul mercato delle auto. Solo che stavolta, a essere sospettata di aver compromesso i test anti inquinamento, non è la Volkswagen bensì Renault. Stando a quanto riferito da Bloomberg, il 7 gennaio gli agenti del governo francese avrebbero infatti sequestrato alcuni computer del centro di ingegneria Renault di Lardy, del tecnocentro di Guyancourt (Yvelines), del sito di Plessis-Robinson e della sede di Boulogne-Billancourt(Hauts-de-Seine), per procedere a degli accertamenti. La notizia è bastata per fare crollare del -20% il titolo in Borsa: uno tsunami per il costruttore francese.

RENAULT SMENTISCE LA TRUFFA. «La Direction Générale de l’Energie et du Climat (Dgec), interlocutore pilota della Commissione tecnica indipendente per conto del ministero francese dell’Ecologia, ritiene fin d’ora che la procedura in corso non evidenzierebbe la presenza di un software truccato sui veicoli Renault», si affretta a precisare in una nota il costruttore francese.

POLEMICHE ANCHE PER FCA. Ma Renault non è stata l’unica società ad essere stata travolta dalle polemiche. Fiat Chrysler Automobiles è stata infatti accusata di aver gonfiato i dati delle vendite. Stando a quanto ricostruito, due concessionarie di Chicago sarebbero state corrotte per falsare le vendite: il numero veniva gonfiato nell’ultimo giorno del mese, per poi essere stornato sul mese successivo.

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