
Per lo sviluppo e per l'avvento tecnologico non esiste alleanza che non possa nascere. Proprio per questo nasce l'alleanza tra Nissan, Toyota ed Honda, che in Giappone si sono appunto alleate per realizzare la rete per il rifornimento delle auto ad idrogeno. A schierarsi dalla parte delle case automobilistiche è addirittura il governo, che da più di un anno ha reso nota la strategia per la creazione delle celle a idrogeno e a combustibile. Nel mese di febbraio, ha addirittura deciso di sovvenzionare, anche se in modo limitato, le spese operative delle stazioni di idrogeno. Da qui l’alleanza, visto che si tratta di un requisito essenziale per la vendita delle auto e se a fine 2014 Toyota ha lanciato la Mirai, Honda ha annunciato il lancio di un veicolo a idrogeno entro aprile 2016 e Nissan ne sta progettando uno per il 2017.
La domanda sorge spontanea; ma in Italia si muove qualcosa? Nella direttiva 2014/94/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 2 ottobre 2014 sulla realizzazione di un'infrastruttura per i combustibili alternativi, l'idrogeno è rimasto fuori, e tutti coloro che hanno interesse nel settore si stanno attivando per farlo rientrare. E’ nata così l’Iniziativa Italiana per la Mobilità a Idrogeno (InIMI), un'iniziativa lanciata da H2IT, l’Associazione italiana dell’idrogeno e delle celle a combustibile. InIMI è un consorzio informale aperto a tutti i portatori di interesse del settore della mobilità a idrogeno e celle a combustibile, tra cui Toyota e Hyundai. Tutto questo nasce sulla scia di quanto già fatto in altri Paesi d’Europa e del mondo. Ovviamente l'obbiettivo è quello di non rimanere ulteriormente indietro, cercando di dotare l'Italia di un pianonazionale per l'introduzione dei veicoli a idrogeno.