
La Ktm Freeride
Ci sono moto capaci di farti sentire più liberi di altre? Sì, ci sono. Sono quelle moto così facili da guidare che ti lasciano libero di guardarti attorno. Libero di salire in sella anche se non sei in forma come quando avevi vent’anni. Libero di vivere un’avventura senza rischiare di farti male. Quelle moto che è impossibile dire «no, oggi no… magari domani». Difficile racchiuderle sotto un unico cappello, tanto sono diverse tra loro, ma buona parte di loro sta dentro la famiglia del “motoalpinismo”. Questo segmento, che ha avuto la sua age d’or negli anni ’80 – chi non ricorda con emozione i trial che ancora avevano la sella? –, sta riprendendo oggi una vitalità insperata. Passata, forse, l’era della moto cattiva a tutti i costi (quando anche per andare a comprare il pane avevamo o la supersportiva da 200 cv o l’enduro 300 2T che con un colpo di gas si impenna in quarta marcia), sembra stia tornando il gusto della moto senza troppe pretese. Della moto per l’aria in faccia. Della moto come status symbol non di chi ce la fa nella vita, ma di chi sa godersela. In quest’ottica, il ritorno del motoalpinismo acquista una ragione, un senso evidente.
Tant’è che, pur restando una nicchia, anche per via delle limitazioni al fuoristrada, è un settore dove si rivede la discesa in campo di marchi importanti come Ktm. La casa motociclistica austriaca – che negli ultimi anni sembra azzeccarle tutte – propone la moto più completa e versatile di questo segmento: la Freeride. Così versatile da essere proposta in tre diverse versioni: quella aggressiva con motore 250 cc a 2T, quella morbida con motore 350 a 4T e quella “green”spinta da un propulsore elettrico. Costruita su un telaio misto acciaio e alluminio, si fregia del know how Ktm nell’enduro e nel cross e ne sfrutta alcune soluzioni tecniche. Non pensate però che sia fatta con pezzi di risulta, la Freeride è un progetto nuovo e organico e basta guidarla cinque minuti per rendersene conto. Il suo habitat è la montagna, dove agilità, maneggevolezza ed equilibrio ciclistico sono ciò che conta, ma non disdegna i piccoli trasferimenti o un utilizzo cittadino. Con la Freeride arriverete dove con una enduro non osereste, e senza stancarvi poi molto. Il peso contenuto, la sella bassa (o comunque più bassa di una enduro vera), il motore (nella versione 4T) lineare e dolce ne fanno la perfetta compagna per chi vuole esplorare senza fretta e nel rispetto della natura. Peccato per la capienza del serbatoio, che ne limita molto l’autonomia.
OSSA 280 EXPLORER | KTM FREERIDE | SCORPA T RIDE |
MOTORE: MONOCILINDRICO 2 TEMPI DA 272,2 CC AVVIAMENTO: A PEDALE CAPACITÀ SERBATOIO: 7,6 LITRI PESO: 74 KG INTERASSE: 1.328 MM ALTEZZA SELLA: 820 MM PREZZO: 6.340 EURO |
MOTORE: MONOCILINDRICO 349,7 CC 4T AVVIAMENTO: ELETTRICO CAPACITÀ SERBATOIO: 5,5 LITRI PESO: 99,5 KG (SENZA BENZINA) INTERASSE: 1.418 CM ALTEZZA SELLA: 915 CM PREZZO: 7.710 EURO F.C. |
MOTORE: MONOCILINDRICO 2 TEMPI DA 272CC AVVIAMENTO: A PEDALE CAPACITÀ SERBATOIO: 7 LITRI PESO: 87 KG INTERASSE: 1404 MM PREZZO: 6.100 EURO |
Per chi desidera muovere i primi passi in questo mondo però il mercato offre una scelta forse migliore: è la Scorpa T Ride 290. Meno costosa e raffinata della Ktm, la Scorpa sembra fatta per infondere sicurezza. La sella molto bassa, ma ben imbottita, consente di poggiare i piedi a terra in qualsiasi circostanza e le sospensioni danno l’idea di poter assorbire qualunque asperità. Il motore è più regolare e vi perdona anche se sbagliate marcia. Certo, poi quando il gioco si fa duro la T Ride – come del resto la affine Beta Alp 200 – si sente un po’ un pesce fuor d’acqua, soprattutto rispetto a progetti più specialistici come quello della Gas Gas TX Randonne o della Ossa 280 Explorer.
Quest’ultima è la più tecnica tra le novità recenti, quella che richiede la maggior esperienza di guida per essere addomesticata soprattutto per via del suo brillante motore 2T da 272 cc. La Explorer è certo quella più vicina al mondo del trial. Invita a essere guidata in piedi per via della vicinanza tra la sella e le pedane e ha la capacità di arrampicarsi dove le altre mai potrebbero. Grazie al rinato interesse per questo modo di intendere la moto, la scelta è varia e tutti possono trovare il modello che più risponde alle proprie esigenze d’uso e di portafoglio. Con una spesa tra i 6 e gli 8 mila euro circa, potrete avere in garage una due ruote capace di rivoluzionare il vostro modo di guidare. Con queste moto la velocità cui si guida è tanto bassa che ci si ricorda quasi ogni singolo metro percorso. Ogni radice, ogni scalino superato, ogni fiore accanto al sentiero: vi porterete a casa tutto nel cuore.