
Fca se n'è andata ma ci ha lasciato le grane. Fiat Chrysler Automobiles è infatti un'azienda italo-statunitense di dirittoolandese, ma a beccarsi una procedura d'infrazione dall'Ue per il controllo delle emissioni di Fiat Chrysler è solo l'Italia. Lo ha deciso la Commissione Europea «per il mancato adempimento da parte di Fca degli obblighi derivanti dalla normativa Ue in materia di omologazione dei veicoli». In base alla legislazione europea, spetta alle autorità nazionali verificare che le auto soddisfino tutte le norme comunitarie prima di mettere in vendita i veicoli.
PROCEDURA DI INFRAZIONE PER LE EMISSIONI
Il caso - sorto dopo il Dieselgate - nasce nel contesto di una richiesta di mediazione tra le autorità tedesche e quelle italiane sulle emissioni di ossidi di azoto (NOx) prodotte da alcuni modelli Fiat, come la 500X. Nel mirino in particolare gli impianti di manipolazione - come software, timer o finestre termiche - che portano a un aumento delle emissioni di NOx.
Mentre l'azienda respinge le accuse, a peggiorare la situazione ci sono anche le indiscrezioni in arrivo dagli Usa. Secondo Bloomberg , il Dipartimento di giustizia è pronto a fare causa a Fiat Chrysler se i negoziati in corso falliranno. Fca è accusata di aver usato dispositivi software illegali per aggirare i controlli sulle emissioni inquinanti di alcuni modelli diesel, proprio come aveva fatto Volkswagen. Fca rischia dunque multe fino a 4,6 miliardi di dollari. E alla fine magari saranno gli operai italiani a pagare...