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Lifestyle

Auto: tablet su strada

Altro che navicelle volanti, le auto di domani saranno sicure, ipertecnologiche, sempre connesse e garantiranno consumi ridicoli. Non ci credete? Un assaggio di futuro viaggia già sulle quattro ruote di oggi

Enciclopedia Universo, quella che negli anni ‘60 è entrata nella maggior parte delle case italiane e oggi sta ancora nel salotto buono dei nonni, voce “automobile”: dopo una dettagliata storia delle quattro ruote, la Wikipedia dell’epoca si avventurava nel tema di come sarebbero state le vetture del futuro, ovvero quelle che guidiamo oggi. Guardare adesso la tavola che illustra quelle pagine fa tenerezza: in una città tutta a sviluppo verticale tipo cartone animato I pronipoti svolazzano su auto simili a razzi, con i mezzi pubblici trasformati in piccole astronavi.

La filosofia Bosch

Prima di irridere l’ignoto estensore di quel capitolo, una considerazione. Prevedere il futuro è sempre difficile e lo è a maggior ragione in campi come quello automobilistico in cui la tecnologia continua a fare passi da gigante. Già, ma allora che cosa guideremo, poniamo, nel 2030? Secondo la ricerca commissionata da AutoScout24, il sito leader in Europa per la vendita di auto e moto, dal titolo The cars we want tomorrow, saliremo a bordo di una sorta di smartphone o tablet con quattro ruote. Gli italiani immaginano così la loro auto fra una quindicina d’anni, assolutamente “connessa”, in grado di assistere il guidatore e, soprattutto, di fornirgli informazioni in tempo reale. E sono proprio gli abitanti del Belpaese, con il 67,6%, gli europei che più desiderano guidare un’auto in grado di comunicare e interfacciarsi con il mondo esterno. Lo studio, realizzato in collaborazione con Gfk e che ha coinvolto 8.800 persone di età compresa tra i 18 e i 65 anni in Austria, Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna, conferma la grande passione degli italiani per i “gadget” tecnologici. Secondi in questa speciale classifica, gli spagnoli con il 67,2%: anche loro, infatti, ritengono importante ricevere direttamente sul pannello di controllo della propria vettura servizi di assistenza e informazioni via Internet. I meno interessati all’auto interconnessa sono invece gli olandesi con il 44,6%.

Quanto futuro c’è già sulle auto di oggi? Per capirlo ci si può basare sulle attuali punte di diamante dell’hi tech, dando per scontato che le loro dotazioni tra qualche anno saranno alla portata di tutti. E allora cominciamo la galoppata verso il domani in sella al Cavallino nero in campo giallo e alla sua California T, ipercar da 316 chilometri orari con CarPlay integrato (foto a sinistra) grazie alla sinergia sviluppata con la Apple. Quando ci si accomoda a bordo con l’iPhone in tasca, il Bluetooth lo collega al display e a quel punto si possono impartire a voce tutti i comandi utili alla navigazione. Sullo schermo a sfioramento, poi, si attiva il simbolo del servizio di cui si ha bisogno e si possono, solo per fare un paio di esempi, dettare o ascoltare messaggi o gestire la propria play list musicale.

Se il fatto che una macchina da 187 mila euro sia proiettata nel futuro si può dare per scontato, le tecnologie di domani sono visibili anche su modelli alla portata di molti, se non di tutti. Si potrà comunicare con la voce anche con i modelli di Jaguar Land Rover: «Sulle nostre nuove auto si può dettare e spedire un sms o un tweet semplicemente dicendo “avverti Tizio che arriverò tardi”», dice Wolfgang Epple, Director of Research and Technology del gruppo. La nuova Audi Tt, invece, abolisce il cruscotto tradizionale e mette al suo posto il Virtual cockpit (foto a destra), basato su un mega display da 12,3 pollici. Come in un videogame è il pilota a decidere che cosa deve avere davanti agli occhi: si può, tra l’altro, scegliere un grande contagiri centrale come sulle auto da corsa oppure la mappa di Google Earth, senza limiti sotto il doppio profilo della fantasia e della funzionalità. Archiviata la classica coppia tachimetro-contagiri (che comunque sulla Tt può essere riesumata a richiesta), ecco un’altra cosa che domani non potremo più fare: dimenticare dove abbiamo parcheggiato l’auto. Grazie a sistemi come il MyPeugeot applicato sulla nuova 308 Sw, che visualizza sullo smartphone l’esatta posizione della vettura oltre a dati come chilometraggio, consumi ed eventuale accensione di spie. Una volta in marcia, poi, il guidatore può avere in tempo reale i prezzi dei carburanti nei distributori della zona, ma anche le informazioni turistiche della guida Michelin. Sempre a proposito di parcheggi, per le Mercedes Classe C è in arrivo un’app per sapere in quali garage del centro ci sono posti disponibili.

Fin qui il software, ma cosa sarà dell’hardware, ovvero dei motori? «Per tutti la parola d’ordine applicata alla mobilità è “sostenibile”», ha dichiarato Eugenio Franzetti, direttore relazioni esterne di Peugeot, «e questo implica una nuova generazione di vetture elettriche. Le ibride? Per noi la soluzione ideale è applicare questa tecnologia ai motori a gasolio». Sì, perché oggi come ieri, e a maggior ragione domani, il grande nemico restano i consumi e le conseguenti emissioni inquinanti.

Una lotta senza quartiere, che la Volkswagen Golf combatte anche con la modalità di guida Eco, che ogni volta che la strada lo consente mette l’auto in folle azzerando in pratica la sete di carburante quando, per esempio, si viaggia su un falsopiano in discesa. Un sistema analogo è applicato alla Bmw ActiveHybrid 3 (foto a sinistra), mentre la Lexus sulla Ct200H punta su un’evoluzione dello start&stop, che si attiva quando si toglie il piede dall’acceleratore anche in movimento. Non macchine volanti come quelle preconizzate negli anni ‘60, dunque, ma veleggianti, per lo scorno di chi gestisce un distributore e si vede passare davanti auto che sfondano tranquillamente la barriera dei 20 chilometri/litro.

I non nativi digitali dovranno rassegnarsi anche a cambiare il modo di scegliere e acquistare il proprio veicolo. «Ormai anche in Italia si decide più su Internet che dentro i concessionari», dice Massimo Nordio, amministratore delegato di Volkswagen Group Italia. E a confermare il cambio radicale di scenario è un’altra recente ricerca. Ormai, dicono i dati, il 33% dei potenziali acquirenti varca la soglia di uno show room solo dopo essersi fatto un’idea precisa sul Web.Prima ancora di essere messe sul mercato, però, molte auto conoscono già scenari futuristici.

Le Bmw elettriche nascono nello stabilimento meno energivoro che si possa immaginare, alimentato in gran parte con fonti rinnovabili, mentre le Ford della prossima generazione possono contare sul più avanzato simulatore climatico al mondo, in via di costruzione a Colonia. Qui, senza bisogno di macinare milioni di chilometri nelle ultime terre quasi incontaminate, due gallerie del vento saranno in grado di generare flussi d’aria fino a 250 chilometri orari, come dire la velocità delle correnti degli uragani di categoria cinque. «Siccome il 50% dei veicoli che vendiamo nel mondo circola ad altitudini superiori ai mille metri, il nuovo centro potrà simulare altitudini fino a 5.200 metri», afferma con orgoglio Barb Samardzich, Chief Operating Officer di Ford Europa, «e le temperature potranno variare da -40 a +55 gradi, con umidità compresa tra il 10 e il 95%».

Una Clio ricaricabile “alla spina”

Il tutto per temprare le prossime generazioni a quattro ruote. Che non voleranno, ormai è certo, ma potranno comunque evitare i pedoni, i ciclisti e gli altri utenti della strada che si mettono in rotta di collisione. Come? Come fa già oggi la Volvo Xc90, punta di diamante della sicurezza attiva, che vede negli angoli ciechi, legge le intenzioni degli altri automobilisti e riconosce e blocca la vettura se un pedone passa davanti al portone del garage mentre si sta facendo retromarcia. No, i redattori dell’enciclopedia d’antan una cosa così non avrebbero proprio potuto immaginarla…