
DIVERTIMENTO SUL SET. Charlton Heston e Stephen Boyd durante le riprese del mitico Ben-Hur . Per loro grande gioia, fu la Vespa il mezzo scelto per gli spostamenti a cinecittà (© Getty Images)
«Un prodotto interamente italiano come non se ne vedevano da secoli dopo la biga romana». Così il Times commentava la nascita della Vespa, un’invenzione firmata Piaggio che ha visto la luce nel 1946 e oggi, a 70 anni di distanza, viaggia ancora a tutto gas sulle sue due ruote. Con oltre 18 milioni di esemplari prodotti dal debutto, questo compleanno coincide infatti con uno dei momenti più felici della sua lunga vita. Nell’ultimo decennio la crescita del marchio è stata spettacolare: la produzione è triplicata rispetto ai 58 mila veicoli del 2004 e un milione e mezzo di nuovi scooter hanno iniziato a percorrere le strade del pianeta. Vera cittadina del mondo, fenomeno di costume oltre che commerciale, oggi viene prodotta in tre diversi siti: lo storico stabilimento di Pontedera, ma anche quello vietnamita di Vinh Phuc e, dal 2015, quello indiano di Baramati. Forse, però, per comprenderne meglio il successo e l’intramontabile fascino è meglio fare un passo indietro e tornare alle origini del mito.
«Un prodotto interamente italiano
come non se ne vedevano da secoli
dopo l’invenzione della biga»,
commentò il Times
UN AEREO DA STRADA
Nata nel 1884 per la costruzione degli arredamenti navali e presto impegnata a tutto tondo nel settore trasporti tra vagoni ferroviari, motori, tram, carrozzerie speciali per autocarri e persino aerei, dopo la II Guerra Mondiale Piaggio si ritrovò di fronte alla necessità di una ricostruzione, visto che proprio l’impegno nel settore aeronautico aveva reso i suoi stabilimenti un obiettivo militare strategico. Questo lavoro decisivo toccò ai due figli di Rinaldo Piaggio, Armando ed Enrico, ma fu quest’ultimo che si assunse la responsabilità di ricostruire il grande stabilimento di Pontedera, puntando su una totale riconversione industriale: avrebbe prodotto un veicolo a basso costo e di largo consumo. Un primo prototipo di “motorscooter”, realizzato sul modello delle piccole motociclette per paracadutisti e ribattezzato “Paperino” per la sua forma insolita, non gli piacque; decise così di chiamare l’ingegnere e inventore Corradino D’Ascanio per rivedere il progetto. Fu un colpo di genio. Specializzato nel settore aeronautico, D’Ascanio non amava affatto le motociclette: le trovava scomode, ingombranti, con gomme troppo difficili da cambiare in caso di foratura e, oltretutto, troppo inclini a sporcare gli abiti dei loro utilizzatori a causa della catena di trasmissione. S’impegnò dunque per porre rimedio a tutti questi difetti sfruttando la sua esperienza “aerea”. In pochi giorni nacque un mezzo con scocca portante a presa diretta, con il cambio sul manubrio per rendere più agevole la guida e, al posto della forcella, un braccio di supporto ispirato ai carrelli degli aerei che rendeva più semplice la sostituzione delle ruote. Senza dimenticare la sua distintiva carrozzeria, in grado di proteggere l’abbigliamento del guidatore. A coniare il nome che contribuì senz’altro al successo del veicolo fu lo stesso Enrico Piaggio che, di fronte al prototipo dalla parte centrale molto ampia e dalla “vita” stretta, esclamò: «Sembra una vespa!». E Vespa fu.
Un po' di storia
DEBUTTO IN GRANDE STILE
La sua data di nascita si può far coincidere con il 23 aprile 1946, il giorno in cui la Piaggio & C. spa depositò, presso l’Ufficio centrale dei brevetti per invenzioni, modelli e marche del ministero dell’Industria e del commercio di Firenze, il brevetto per «motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica». Enrico Piaggio credette fermamente fin da subito alla novità, dando il via alla produzione in serie di ben 2 mila esemplari della Vespa 98cc. Due le versioni disponibili: una “normale” al prezzo di 55 mila lire, l’altra tipo “lusso”, da 61 mila, con optional quali il contachilometri, la stampella laterale e gli pneumatici con fianco bianco. Il debutto avviene in grande stile, al prestigioso Circolo del golf di Roma, alla presenza del generale americano Stone in rappresentanza del governo militare alleato, e venne subito ripreso dal cinegiornale statunitense Movieton, mentre già il 15 aprile del 1946 Vespa conquistò la copertina in bianco e nero de La Moto
. Presentata lo stesso anno alla Fiera del ciclo e motociclo di Milano, incuriosì anche il cardinale Schuster. Addetti ai lavori ed esperti del mercato la accolsero in parte come un’idea geniale e in parte con grande scetticismo, ma quello che conta fu il successo immediato di pubblico. Già negli ultimi mesi del ’47 la produzione iniziò a decollare spingendo, l’anno successivo, al lancio della Vespa 125.
A TUTTO VINTAGE |
L’ultima frontiera (si fa per dire) del turismo tricolore? Un tour a bordo delle due ruote che più rappresentano il sogno italiano. Chi potrebbe resistere alla tentazione di visitare la Città eterna a bordo di una Vespa in vero stile Vacanze romane ? Ma la capitale non è certo l’unica meta ideale. Spopolano le proposte per i viaggi lungo la costiera amalfitana e sulle coste della Sicilia, ma anche nella campagna toscana e piemontese, magari per visitare le più note aree di produzione vinicola tricolore. Semplici da guidare (e parcheggiare), ma al tempo stesso rapide negli spostamenti, le celebri due ruote Piaggio sembrano proprio l’ideale per godersi appieno ogni gita, tanto che è davvero difficile consigliare a chi rivolgersi per organizzare il proprio viaggio: basta digitare “Vespa tour” su un qualsiasi motore di ricerca in Internet per trovare mille e una proposte ad alto tasso vintage. Non vi resta che scegliere quella più in linea con le vostre esigenze. |
LO SCOOTER DELLA DOLCE VITA
Da allora il successo fu inarrestabile, in Italia come all’estero, dove Enrico Piaggio si fece promotore di una fitta rete di assistenza e s’impegnò a tenere alta l’attenzione con diverse iniziative, compresa la fondazione dei Vespa Club. Nel ’50 la produzione prese il via anche nella prima licenziataria tedesca, permettendo di raggiungere i 60 mila mezzi, che nel giro di soli tre anni saliranno a 171.200, sull’onda della presentazione di modelli sempre nuovi. Prodotto Piaggio per eccellenza, Vespa diventa ben presto molto più di un semplice mezzo di trasporto. Diviene sinonimo di libertà, di agile sfruttamento degli spazi e persino di rapporti sociali più facili. Il nuovo scooter contribuisce all’emancipazione giovanile e delle donne, e si trasforma rapidamente in un fenomeno di costume che caratterizza un’intera epoca: la società sta cambiando e Vespa ne diventa uno dei simboli più significativi. Negli anni della Dolce vita, i corrispondenti stranieri arriveranno a descrivere l’Italia come «il Paese delle Vespa» e il loro inconfondibile profilo fece la sua comparsa in una moltitudine di pellicole cinematografiche. A partire dall’intramontabile Vacanze romane
(1953), dove lo scooter riveste un ruolo da protagonista quasi quanto Audrey Hepburn e Gregory Peck.
STILE DA GRANDE SCHERMO
Quello tra Vespa e cinema fu letteralmente un amore a prima vista, un amore mai sopito, che ha conquistato registi di ieri e di oggi, italiani e stranieri: da William Wiler a Steven Spielberg, da Alfred Hitchcock a Sydney Pollack, passando per Mario Monicelli, Dino Risi, George Lucas e Nanni Moretti. Così Vespa trovò spazio nel cast di commedie come Poveri ma belli
, Belle ma povere
e Cocco di mamma
, ma anche di Caccia al ladro
(1958), American Graffiti
(1973), Quadrophenia
(1979), Caro diario
(1993), e poi ancora Il talento di Mr. Ripley
e American Pie
(entrambi 1999), La carica dei 102
(2000), The Interpreter
con Nicole Kidman, il film storico-spionistico Munich
(entrambi del 2005) e il blockbuster Trasformers
(2007). E se in Alfie
(2003) Jude Law la trasforma in una vera arma di seduzione, oltre che in uno status symbol, nello storico acchiappaoscar Ben-Hur
, la Vespa non compare ovviamente in scena, ma fu utilizzata per gli spostamenti sul set, con grande divertimento di Charlton Heston e Stephen Boyd. Un rapporto, quello tra Vespa e celebrity, che prosegue nella vita privata. Molti di loro, infatti, ieri e oggi sono stati colti in sella al loro scooter tutto italiano. Tra i vespisti spiccano bellissime quali Rihanna, Anne Hathaway, Nicole Kidman, Cate Blanchett ed Elle McPherson e sex symbol al maschile come Hugh Jackman, Leonardo DiCaprio, Zac Efron, Owen Wilson e Andrew Garfield. Per non parlare dei volti noti tricolori, da Marco Tronchetti Provera a Miriam Leone, da Cesare Cremonini – che con i Lunapop divenne famoso proprio grazie alla canzone 50 Special
– fino a Elio e Faso di Elio e le Storie Tese.
STORIA IN MOSTRA | |
Inaugurato nel 2000 all’interno di uno dei corpi di fabbrica più antichi e affascinanti del complesso industriale di Pontedera, dove l’azienda insediò la propria produzione a partire dai primi anni ‘20 del ‘900, il Museo Piaggio è tra i cinque musei d’impresa più visitati d’Italia. Ciò che attira maggiormente appassionati e curiosi è proprio la Collezione Vespa. Solo qui, infatti, si possono ammirare i prototipi degli anni ’40: l’MP5, conosciuto come “Paperino”, primo esercizio di Piaggio sul tema scooter, prodotto in pochissimi introvabili esemplari tra il 1943 e 1944; e l’MP6, il celebre prototipo di Vespa uscito dalla matita di Corradino d’Ascanio. www.museopiaggio.it |
SEMPRE PIÙ GLAMOUR
Sorprende, allora, che solo l’anno scorso il cammino super glamour della Vespa abbia incontrato quello di una grande griffe. E che griffe! Per i 40 anni della fondazione della sua Maison, è stato nientemeno che Giorgio Armani a firmare un esclusivo modello a tiratura limitata: la Vespa 946 Emporio Armani. Re Giorgio ha sfruttato per l’occasione una particolare palette di grigi con un appena accennato tocco di verde, visibile solo in particolari condizioni di luce, mentre le parti metalliche sono state trattate per conferirgli un effetto opaco, in linea con la finitura della carrozzeria, sulla cui fiancata spicca la scritta Emporio Armani, mentre l’iconico logo con l’aquila ha trovato spazio sul faro anteriore.
Quest’anno, invece, per festeggiare degnamente i primi 70 anni del suo scooter, Piaggio propone in una versione celebrativa di tre modelli iconici: la più giovane e dinamica Vespa Primavera, la più grande e potente Vespa GTS, e l’intramontabile Vespa PX. A contraddistinguere questa serie speciale è uno schema cromatico esclusivo che ha la sua base nella nuova colorazione Azzurro 70, oltre alla disponibilità di una vasta serie di personalizzazioni e una livrea caratterizzata da una grafica dedicata sulle fiancate laterali e da una targhetta identificativa sul portello del bauletto anteriore. Senza contare che i cerchi sono elegantemente verniciati con uno specifico colore extra serie.