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Ogni anno si ripete a Bordeaux il rito degli assaggi en primeur della nuova annata, un’invenzione commerciale felicissima dei négociant della città francese, che permette a chiunque di comprare i vini in anticipo e riceverli a casa non appena saranno pronti per essere gustati – circa due anni dopo la vendemmia –, risparmiando molto sul prezzo dello scaffale. Ma come orientarsi nella scelta delle etichette migliori? La necessità di affidarsi ai palati più esperti del mondo ha fatto la fortuna di molti critici enogastronomici, capaci con il loro giudizio di influenzare non poco il prezzo a cui ciascuna bottiglia poteva essere offerta.
Passate tre vendemmie difficili commercialmente ed enoicamente, come la 2011, la 2012 e la 2013, a Bordeaux torna il sereno con una vendemmia 2014 di livello elevato in procinto di essere commercializzata (anche al pubblico grazie a Millesima.com, che segue l’Italia con un sito apposito) e una 2015 per cui si sprecano iperboli e paragoni illustri. Per la 2014 i vini sono davvero sorprendenti, vista l’annata difficile con un’estate fredda e piovosa che si alleggerì e riscaldò solo a settembre. Rispetto all’Italia, le condizioni di inizio autunno sono state invece uniche nella storia del vino bordolese e hanno non solo salvato l’annata, ma l’hanno anche resa intrigante e di qualità.
Vini che saranno piacevoli nel breve e medio termine, e in qualche caso anche in prospettiva più lunga.

Da provare 

 

 

 

 

 

 

 

 

Come ogni anno abbiamo diviso gli assaggi migliori nelle varie zone di produzione: sulla riva sinistra, quella con gli Château più famosi (il Margaux nel comune di omonimo, l’Haut-Brion nel Pessac-Léognan, ma soprattutto Latour, Lafite e Mouton Rothschild di Pauillac), va segnalata la bella performance – considerando anche i prezzi – dei comuni di Saint-Julien, Saint-Estèphe e appunto di Pauillac, che rimane sempre la località con i vini più affidabili. Mentre il duello tra i due villaggi più famosi della riva destra (dove troviamo i famosi Cheval Blanc, Angelus e Petrus), St. Emilion e Pomerol, vede vincitore quest’ultimo grazie al vitigno Merlot, che ha raggiunto livelli di qualità davvero notevoli.
Nell’Haut-Médoc troviamo Château Belgrave (25 euro), opulento, scuro e ricco, con bocca salmastra originale, tannino acceso e lungo; Château Peyrabon (8 euro), lamponi e yogurt ai mirtilli, bocca di acidità e ritmo; e Château Sociando-Mallet (21,50 euro), scuro, piccante e pepato, con una bocca ampia e solenne, bel tannino e ricchezza impressionante.
A Margaux dritta sicura per Château Cantenac Brown (35 euro), pepe e spezia, cassis e arancio, molta vaniglia; Château Giscours (33 euro) aromatico e fine; e Château Kirwan (27 euro), senape e lamponi, spezia orientale, bocca ficcante e dal tannino ben presente e croccante. Validi e poco costosi anche Château Labégorce (19 euro), ricco e opulento; e Château Lascombes (49 euro), frutto energico e succulento, prugna e cassis. Per emozioni particolari, il rinnovatissimo Château Marquis d’Alesme (27 euro) presenta un vino scuro con note di cumino e peperone, bocca piena piacevole e aggraziata, ma nessuno batte (anche come prezzo, purtroppo) Château Palmer (190 euro) con un’intensità impressionante e balsamica.
A Pauillac troviamo tra i migliori Château Batailley (27,5 euro), con bocca polposa e balsamica; Château Duhart-Milon (49 euro) frutta rossa e rose, ampio, bocca che coccola e sferza; Château La Fleur Peyrabon (16,50 euro), semplice ma invitante, bocca piacevole e agrumata. Sempre al top Château Lynch-Bages (72 euro) tostato e deciso, e Château Lynch Moussas (25,50 euro), ampio e balsamico. A Sud, nella vivacissima zona di Pessac-Léognan, la più vicina a Bordeaux, troviamo alcuni monumenti come lo Château Carbonnieux (24,5 euro, mandorle noci e ribes rosso), il Domaine De Chevalier (41 euro, mediterraneo, opulento, ribes nero e alloro), lo Château La Mission Haut-Brion (175 euro, incenso, frutta candita e fresca, tannino finissimo e ampio da grandi distanze) e lo Château Pape Clément (59 euro, opulento e ricco, bocca sontuosa e raffinata). Senza dimenticare un outsider come lo Château Olivier (20 euro), fine, distinto e piacevole.
Sugli scudi dicevamo il Pomerol, con il suo Merlot e Cabernet franc nello Château Gazin (39 euro), felci mirtillo e resine; nello Château La Conseillante (80 euro), legno e susine, balsamico e ricco; nello Château L’Evangile (108 euro), aromatico e balsamico; e nel Clos L’Eglise (52 euro), lamponi e menta.
A Saint Emilion non si possono trascurare dritte storiche come lo Château Canon La Gaffelière (49 euro), balsamico e raffinato; il Clos Fourtet (60 euro), dai sentori di vetiver e bergamotto; lo Château Figeac (73 euro), ricco e mediterraneo con sandalo e mirtillo; lo Château Quintus (78 euro), felci e resine, succoso e vispo. Non meno invitanti anche il Clos des Jacobins (20 euro) – legno, fragole e pepe nero – e lo Château La Dominique (29 euro), balsamico speziato e rotondo, tra susine, caramello e olive.
A Saint-Estèphe si fanno ottimi affari con Château Capbern (13,50 euro), ricco e fruttato scuro; Château Cos Labory (24 euro), lamponi e sandalo, tannini piacevoli, fitti ed eleganti; Château Montrose (104 euro), balsamico con agrumi, nocciole e peperoncino, eleganza e forza; Château Phélan Ségur (27 euro) denso cupo e ricco; e Château Tour De Pez (13 euro), arioso, piccante e saporito.
Infine Saint-Julien, dove non deludono i classici Château Beychevelle (52 euro), balsamico, vaniglia e frutta sotto spirito; Château Branaire-Ducru (34,5 euro), piccante e balsamico; Château Leoville Barton (54 euro), pepe e ribes, senape e mirtillo; Château Léoville Poyferré (53 euro), rafano e note vegetali, ma bello, scuro e opulento; Château Talbot (36 euro), dolce e pieno, caramello e mirtillo, succoso e completo. Da scoprire, invece, lo Château Gloria (24,5 euro), con frutto e tostatura, menta e sottobosco; e lo Château Lagrange (28,5 euro), balsamico e terroso, prugna e fragole in confettura.