Massimo Bottura insignito della laurea ad honorem

Non è una laurea ad honorem come le altre quella conferita a Massimo Bottura dall'Università di Bologna. Non si celebra un'eccellenza nata sul campo, come accadde a Gualtiero Marchesi con il titolo in Scienze Gastronomiche conferitogli dall'Ateneo di Parma nel 2012. Sarebbe stato troppo scontato. La laurea all'anima dell'Osteria francescana, il miglior ristorante del mondo, arriva infatti in Direzione aziendale e racconta al meglio l'avventura di quello che è a tutti gli effetti un capitano d'impresa, che ha saputo unire buon gusto e sapienza gestionale

Lasciò l'università trent'anni fa, quando studiava Giurisprudenza. Oggi che ne ha 54 continua a raccogliere riconoscimenti che vanno oltre la tavola. Gli inizi alla Trattoria del Campazzo, l'incrocio fondamentale con Alain Ducasse e poi l'incontro con la moglie Lara, che gli fece scoprire il mondo dell'arte, fino all'incrocio con Ferran Adrià. Facile, ma nemmeno troppo visto che era la prima volta in assoluto, prendere 20/20 sulla guida Espresso . Più complicato farsi inserire dal New York Times Magazine tra i 28 geni creativi del mondo.

«Mia madre Luisa, grande cuoca, cucinava ogni sabato e domenica per 20-25 persone. La tavola aveva un valore centrale perché davvero si viveva insieme. Da lì nasce in modo naturale la mia passione», racconta nella sua lectio magistralis . «Mio padre non cucinava, ma arrivava con l'auto piena di volta in volta di qualche prodotto di stagione, in estate cocomeri e meloni, altrimenti salumi e zucche. Nell'inizio degli anni '70 poi abbiamo cominciato dei veri e propri pellegrinaggi nei luoghi di culto del cibo e del vino. Partivamo per andare a scoprire le eccellenze enogastronomiche. Tutto ciò ha segnato il mio palato e il mio atteggiamento nei confronti del cibo». Curiosità, fantasia, coraggio: le perfette doti di ogni buon imprenditore. Imprenditore come Massimo Bottura.