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Lifestyle

Fenomeno Footgolf: un toccasana per i country club

Un pallone da calcio sui green più famosi, ma con delle buche un po’ speciali: è il Footgolf, una nuova disciplina a metà tra due sport amatissimi a livello globale. Un fenomeno in crescita che dà ossigeno alle casse dei club, ma che può avvicinare nuovi e insospettabili appassionati

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Il golf vive situazioni controverse, non solo nel nostro Paese, con andamenti non sempre univoci e crescenti nel numero di appassionati e praticanti: aumentano i follower sui social, ma non è così consistente il risultato in termini di aumenti dei giocatori veri, quelli che vanno in campo. Si fanno valutazioni sociologiche su questo fenomeno e sulle attitudini ludiche dei bambini/ragazzi nell’era digitale, con considerazioni che portano alcuni a indicare nei tempi di gioco e nella complessità dello stesso i motivi principali delle difficoltà nel mantenere le posizioni acquisite da questa disciplina (anche se, in realtà, la partecipazione e l’interesse dei giovani verso il golf è un trend in ascesa). E in Italia si discute persino sull’opportunità di organizzare eventi come la Ryder Cup, dal grande potenziale in termini di attrattiva turistica.In questo scenario così complicato, è ovvio che sia necessario cercare strade alternative per riempire i percorsi. Una delle varianti più amate è il pitch and putt, la pratica “abbreviata” che si disputa su percorsi composti esclusivamente da buche par 3, in cui è il gioco corto a farla da assoluto padrone. Qui, però, gli strumenti del mestiere non cambiano, anche se i legni non hanno vita facile. Vi è, invece, un’altra disciplina che mette al centro dell’azione un campo da golf, ma non i classici bastoni a favore, udite udite, di un pallone. Se è vero che, essendo l’Italia una terra calciofila per tradizione, può non risultare poi così strano pensare a una commistione con il golf, il footgolf – appunto la versione del “football” che si gioca sui green – è un esperimento ancora difficile da accettare per gli appassionati più tradizionalisti e conservatori. Sono, in realtà, già numerosi i praticanti di questa disciplina che garantisce molto divertimento e, visti i numeri, sembra poter assumere addirittura un interesse quasi sportivo. L’idea è balenata pochi anni fa ad alcune menti brillanti, che hanno pensato bene di provare a combinare due discipline che, per cultura e “milieu” a cui tradizionalmente si rifanno, sono – o forse è meglio dire erano – tra le più distanti e antitetiche che il panorama sportivo possa proporre.

POPOLARITÀ ANNUNCIATA Il segreto per il successo, come spesso accade è nei numeri. L’elemento vincente che costituisce il punto di sintesi tra due realtà così lontane è la passione che calcio e golf riscuotono a livello mondiale, non solo in termini di praticanti attivi (il golf conta 70 milioni di giocatori) ma anche di spettatori dal vivo e in televisione. I campionati del mondo di calcio e la Ryder Cup sono, con le Olimpiadi, tra i primissimi eventi di maggior richiamo globale in termini di audience e indotto. Mettendo insieme questi elementi, forse il quadro e le ragioni del successo del footgolf possono apparire più chiari. Il fenomeno, come detto, è nato non molto tempo fa ma è cresciuto velocemente. L’idea di combinare golf e calcio, infatti, risale alla fine della prima decade del nuovo millennio: l’atto costitutivo viene indicato in un evento organizzato in Olanda nel 2009, per il quale vennero definite le prime vere regole di gioco. Da lì è cominciato un fenomeno vorticoso che ha portato in brevissimo tempo alla costituzione della Federation for International Foot Golf (Fifg) nel giugno 2012. In quella occasione, in concomitanza con la prima Coppa del mondo di footgolf, di scena a Budapest, i rappresentanti dei Paesi con il maggior numero di appassionati (Argentina, Olanda, Belgio, Italia, Ungheria, Usa) misero insieme le forze per rendere visibile e organizzata la loro passione.Al punto che, nel breve volgere di alcune stagioni, oggi sono circa 35 i Paesi in tutti i continenti che presentano federazioni ufficiali di footgolf. E – solo per dare un dato sulla velocità con cui l’effetto di propagazione si sia presentato – basti pensare che negli Usa dai 22 circoli che avevano inizialmente accolto la pratica sui loro percorsi, si è arrivati a quota 300 in meno di un anno dalla costituzione della Usfga nel 2014. E oggi sono quasi 500.

GIOCO CORTO In analogia con il golf, c’è la tradizionale controversa valutazione sull’importanza del gioco lungo rispetto a quello intorno al (e sul) green. Drive o putt, ibrido o sand wedge? Anche nel footgolf, se è vero che non si può prescindere dal saper calciare bene, e se possibile in modo potente, è soprattutto in prossimità della buca che si costruisce la differenza tra uno score basso e uno mediocre

SPOSTAMENTICol cart o a piedi: le due opzioni sono disponibili anche per i giocatori di footgolf

QUOTAÈ di 20 euro l’Associazione italiana footgolf (Aifg) che apre le porte alla partecipazione ai campionati interregionali e a quello nazionale, nonché ad eventuali competizioni internazionali. Dal punto di vista agonistico, rende possibile il riconoscimento dei risultati conseguiti per la redazione di classifiche ed eventuali ranking.

IL PALLONEDeve essere un regolamentare numero 5 (o 4) approvato dalla Fifa. Può essere portato direttamente dal giocatore o comprato o noleggiato al circolo (laddove disponibile).

OCCASIONE DA COGLIEREÈ un dato quanto mai significativo, che fa intravvedere un potenziale decisamente ampio e ancora tutto da esplorare. Anche, e forse soprattutto, per la valenza economica che gli eventi di footgolf rivestono quale entrata aggiuntiva e tutt’altro che trascurabile per le (quasi) sempre bisognose casse dei circoli. Dal punto di vista dei golf club, si tratta di un vero e proprio new business in termini di ricavi e di visibilità. Gli eventi “foot”, infatti, richiamano la partecipazione di un consistente numero di giocatori (e relativi green fee) totalmente extra rispetto a quelli dei golfisti, con ricadute molto interessanti per gli altri servizi e strutture del circolo – dal ristorante al proshop –, costituendo allo stesso tempo la migliore vetrina per il golf stesso. Visto da vicino e scoperto dalla prospettiva calcistica, il gioco sul campo diventa un biglietto da visita intrigante per chi, amante più dei prati di erba sintetica del classico calcetto, si considerava lontano da uno sport che sconta ancora una reputazione elitaria.È il percorso che questa disciplina tra avendo anche in Italia, dopo lo sbarco a cavallo tra il 2012 e il 2013 con la nascita delle prime organizzazioni (quali l’Associazione italiana footgolf-Aifg e la Federazione italiana footgolf), che si sono poste come obiettivo quello di promuovere e sostenere la nascita, la conoscenza e lo sviluppo di questa disciplina nel nostro Paese. In questi primi anni, l’attività si è quindi evoluta: dalle prime iniziative locali si è arrivati alla situazione attuale che vede, oltre a tornei e campionati a livello interregionale, la disputa di manifestazioni nazionali. Interessante e utile da sapere è che i club aperti al footgolf sono oggi diverse decine, distribuiti in molte delle regioni italiane. Tra questi vi sono anche alcuni dei circoli più conosciuti, che hanno abbracciato la causa di questa nuova disciplina, mettendo a disposizione i loro prestigiosi percorsi. Dai calendari delle gare è possibile scoprire le molte tappe che le competizioni di ciascun livello propongono nel corso dell’anno. Ovviamente, per allenamento o per iniziare a familiarizzare con il footgolf, è possibile e consigliabile anche una buona “pratica” fuori gara. Tenendo conto della ancora giovane fase evolutiva di questa nuova disciplina, prima di presentarsi in un circolo con il proprio pallone è sempre consigliabile verificare la disponibilità del percorso (contattando i club o consultando i rispettivi siti Web) e la possibilità, quindi, di prenotare il proprio “tee time”.

COME SI GIOCA Come amano dire al di là dell’Atlantico, dove di golf se ne intendono molto e un po’ meno di calcio, il footgolf è al 99,9% come il golf senza l’attrezzatura tecnica (ferri, legni e putter) e con un pallone più grande invece delle canoniche palline. In sostanza, quindi, si gioca su un percorso di 9 o 18 buche, iniziando dall’area di partenza si deve far giungere il pallone nella buca con il minor numero di “colpi”, che in questo sono i calci con cui si fa avanzare il pallone verso l’obiettivo. È interessante sapere che, come nel golf bastoni e palline devono rispettare precisi standard, anche il pallone è oggetto di precisazioni regolamentari: deve infatti essere un prodotto approvato dalla Fifa con la misura 4 o 5. Ma come fa un pallone di quel diametro a entrare in una buca da 10,8 centimetri? A questo punto ben più di qualche legittimo dubbio può sorgere… L’altro vero elemento che differenzia golf e footgol è proprio la buca: per quest’ultimo è ricavata appositamente in una zona adiacente i green veri e propri, con un diametro di circa 50 centimetri. In questo modo, oltre a consentire il necessario margine affinché il “putting” – ovvero l’ultimo calcio per chiudere la buca – possa essere effettuato con una probabilità ragionevole di successo, non dovendo calcare i green si evita il rischio di danneggiare una delle parti più delicate di un campo da golf.Anche la pratica “calcistica” del golf propone varie formule di gioco e può essere organizzato a livello individuale o a squadre. Sono disponibili competizioni in cui la partecipazione e le relative classifiche, e i ranking che ne conseguono, vedono protagonisti i singoli o i team affiatati nel vero spirito del football.

REGOLE ED ETICHETTAForse per separarsi virtualmente dall’immagine del calcio, non sempre cristallina, il pur giovane footgolf si è dotato di un sistema di regole che ricalca molto da vicino quello del golf. A partire dall’etichetta, che deve essere rispettata sia nei confronti degli altri giocatori che nei riguardi del campo di gioco, fino ad arrivare agli organi (commissioni sportive) preposti alla regolazione del gioco e alla risoluzione delle controversie che da questo possono derivare.Detto che, per ovvi motivi di salvaguardia del campo, le scarpe ammesse possono essere solo quelle da tennis o da calcetto (e in ogni caso con attenzione agli eventuali chiodi o tacchetti), l’abbigliamento previsto è, di fatto, molto simile a quello tipicamente golfistico. In caso di competizioni ed eventi ufficiali può essere richiesto il rispetto di indicazioni precise in fatto di dress code, mentre per le fasi di allenamento e le partite a carattere locale lo “stile” può essere più personalizzato e meno restrittivo.

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© Brian Roberts