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Lifestyle

Pitti Uomo 87 chiude con un successo

Circa 24 mila compratori, in aumento del 15% rispetto all’edizione invernale, molti dei quali in arrivo dall’estero. Boom per gli acquirenti francesi, crollano quelli russi. In testa restano i giapponesi

C’è chiara soddisfazione tra gli organizzatori di Pitti Uomo, il tradizionale appuntamento internazionale dedicato al menswear, che in occasione dell’87esima edizione (Firenze, 13-16 gennaio 2015) ha registrato la presenza di circa 24 mila compratori, in aumento del 15% rispetto alla precedente edizione invernale (erano stati 20.800 i buyer intervenuti un anno fa). Per i compratori esteri, riportano le prime stime, l’aumento previsto è del 11% (per un totale di circa 8.650 buyer), mentre il fronte italiano dovrebbe mettere a segno una performance del +17%. I visitatori che hanno partecipato al salone dovrebbero complessivamente raggiungere quota 35 mila presenze. “Un’ottima partenza di stagione che porta con sé grande fiducia e ottimismo”, ha commentato Raffaello Napoleone, amministratore delegato di Pitti Immagine. “Senza dubbio il record iniziale di aziende partecipanti a questa edizione – quasi 1.200 in totale, sommando anche le aziende di Pitti W – è stata la premessa per il record di affluenza che sta per raggiungere questa edizione. E il merito di questo risultato è in primo luogo proprio delle nostre aziende: sono stati loro i protagonisti assoluti, grazie al loro impegno incredibile nel realizzare e presentare collezioni sempre più creative, e con un livello di qualità altissimo”.

DOMINA IL GIAPPONE, BOOM PER LA FRANCIA. Nel dettaglio dei mercati esteri, resta sempre in testa come numero di compratori assoluti il Giappone (+2% a questa edizione), seguito dalla Germania (+10%), e in crescita quasi tutti i paesi europei (Gran Bretagna +16%, Olanda +2,5%, Grecia +32% , Spagna +17%, Svizzera +24%, Portogallo +45%). La Francia, ormai da qualche stagione il primo mercato di riferimento per il menswear italiano, dovrebbe registrare addirittura un +35%. Aumenti anche da tutti i Paesi del Nord Europa (Svezia +37%, Danimarca +50%, Norvegia +50%, Finlandia 52%).

CRESCITA A DUE CIFRE PER LA CINA. Sul versante extra-europeo, la Cina mette a segno un +20%, gli Stati Uniti registrano un +5,5%(incremento che, si sottolinea da Pitti, assume un peso ancora maggiore considerando la qualità dei buyer d’oltreoceano, rappresentati di grandi department store e gruppi del retail di grande portata); ottime performance per tutto il Medio Oriente, per Canada, Messico, India, Sud Africa, Singapore, Taiwan e Thailandia. Gli unici cali, già ampiamente prevedibili, per i buyer provenienti da Russia (-33%) e da Ucraina (-38%).