La rincorsa di Emma
Torna a L'editorialeNon si capisce dove stia andando Confindustria. Ammesso che si stia muovendo. La vicenda dei contratti aziendali negli stabilimenti Fiat di Pomigliano e Mirafiori (e, in futuro, di Cassino e Melfi) ha fatto emergere che i “nemici” peggiori Confindustria li ha dentro di sé. Chi contesta Emma Marcegaglia, presidente dell’organizzazione degli imprenditori, non sono i “duri” della Cgil, ma i “duri” degli industriali. Sono loro che le rinfacciano di non tenere il ritmo che Sergio Marchionne sta imponendo alla Fiat e all’Italia. Sono gli imprenditori che criticano Emma Marcegaglia per non essere capace di innovare il sistema delle relazioni sindacali a una velocità che la crisi e la competizione impone. Lo ha fatto Marchionne, dimostrando, così, che “il re è nudo”, cioè che un’organizzazione sindacale degli imprenditori che non capisce dove sta andando il mondo è dannosa almeno quanto un sindacato che non capisce cosa serve a un’impresa. Così in certi momenti Emma Marcegaglia e, il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso sono sembrate dalle stessa parte “contro” Marchionne. È logico: l’ad della Fiat ha spiazzato entrambe, le ha costrette ad allearsi, come i più retrivi conservatori han sempre fatto. Uno dei tanti meriti (ma anche i demeriti non mancano) di Marchionne è stato quello di far venire a galla chi vuole il cambiamento e chi no. E, in particolare, chi vuole discutere un accordo sulla rappresentanza sindacale che imponga a chi firma un contratto di rispettarlo da cima a fondo e chi pensa che un contratto è un altro modo per mantenere lo status quo. Tra chi vuole che chi non si impegna nella firma di un accordo resti escluso dalla rappresentanza e chi, in nome della democrazia, vuole che tutti siano rappresentati senza prendersi nessun impegno. Confindustria è rimasta indietro. La proposta del presidente di Federmeccanica di permettere che il contratto aziendale sia “sostitutivo” di quello nazionale non poteva che ottenere un “no” da parte di Cgil, Cisl e Uil. Quella proposta è riuscita nel capolavoro strategico di far rientrare in gioco la Fiom, che dal gioco si era autoesclusa. Complimenti.
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